OPINIONE Letto 1285  |    Stampa articolo

Rivendicarti a Tressette

Foto © Acri In Rete
Giuseppe Donato
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Alla fine è finita come doveva finire ovvero nel più sciatto e prevedibilissimo dei modi, con un ex comico-dittatore-bidenista e anche bidonista che dopo aver sfoggiato i suoi completini coordinati da guerrafondaio per procura persino all’Eurovision Song Contest piatendo un’inutile quanto spocchiosa vittoria per una band ucraina, ora si aggira sui tavoli di mezzo mondo a blaterare non più di pace giusta ma a ogni costo, puntando le ultime fiches della ricostruzione, delle terre rare, del patriottismo tout court, come il peggiore ludopatico che si sia mai incontrato nelle bische più bislacche delle periferie più remote di questo pianeta che ci ostiniamo a chiamare madre terra, senza esserne degni figli.
Ridicolizzato da Trump che a stretto giro si è messo a fare l’influencer a mezzo servizio per il piagnucolante inquilino del DOGE, al secolo Elon Musk, abbattuto per gli attacchi hacker subiti dalla piattaforma X e per le ingenti perdite sul mercato elettrico della Tesla, il macchiettistico Volodymyr Zelensky scorrazza in lungo e largo dopo aver dilapidato ingenti quantitativi di risorse belliche e pecuniarie arraffate con la più bieca delle raccolte fondi, convinto che la disfida con il sempiterno Vladimir Putin si sarebbe risolta a suo favore nel volgere di qualche annetto, giusto il tempo di far saltare qualche condotta del gas sottomarina nordeuropea e piazzare le ultime partite di gas ucraino prima che gli Stati Uniti gli soffiassero il monopolio del mercato con il loro costosissimo e pericolosissimo GNL da trasportare, stoccare e rigassificare.
Come dire che il gotha della discografia italiana prima si lamenta del brano “Espresso macchiato” del rapper estone Tommy Cash, accusandolo di razzismo becero nei confronti del belpaese e poi spedisce di riffa o di raffa, come fresco vincitore del San Marino Song Contest, il tormentone festivaliero di Gabry Ponte “Tutta l’Italia” a contendergli l’edizione 2025 dell’Eurovision blastando di fatto il folletto Lucio Corsi, buttato nella mischia da uno spaesato e rinunciatario Olly, a sua volta trionfatore per caso della tiritera sanremese. “Prendila così...” direbbe un attempato Lucio Battisti, immortalato a cavalcioni di una cromatissima e immaginifica “motocicletta 10 HP”.
E nel frattempo, mentre Il Poldo Sbaffini della politica italiana vaneggia di vibranti ritrovati ingegneristici da collocare in regime di tentata vendita da una sponda all’altra dello Stretto di Messina, in quel di Pagania Vallonecupo accetterebbero volentieri anche la riedizione dell’antico ponte romano fatto di assi e botti, pur di liberarsi dall’isolamento in cui sono stati ricacciati, tanto da Roma arrivano soltanto commissari prêt-à-porter per la disastrata sanità calabrese, nel tentativo di sfuggire allo sberleffo dei fondi inerenti al PNRR in scadenza che rovinosamente si avvia a perdere la N di Nazionale per trasformarsi in una sonora pernacchia a discapito della regione più Cenerentola d’Italia: PRRRRRRRR... 
P.S.: Un caro saluto all’amico fraterno Giampiero, che starà sbellicandosi dalle risate ripensando alle nefaste avventure di pseudo bellicisti, post bellicisti e pacifisti all’occorrenza...

PUBBLICATO 13/03/2025 | © Riproduzione Riservata



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