(E)lettore consapevole cercasi
Franco Bifano
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Mi capita spesso (anche troppo) di chiedermi il perché non riusciamo a eleggere una classe dirigente all’altezza del compito. Questo succede a tutti i livelli, dalle amministrazioni comunali al Parlamento, passando per le Regioni.
E’ curioso perché, essendo negli anni cresciuto il livello di scolarizzazione sia in qualità che nel numero degli studenti che arrivano alla laurea, c’era da aspettarsi una maggiore consapevolezza dell’importanza di eleggere nelle amministrazioni rappresentanti di qualità. Aldilà della evidente responsabilità dei Partiti non solo nelle discutibili scelte delle candidature, una possibile risposta, per quanto triste, arriva dall’ultimo rapporto Censis che ha rivelato dati allarmanti sul livello di preparazione degli adulti e degli studenti italiani. Il problema sembrerebbe più profondo di quanto si possa immaginare. Secondo il rapporto dell’Istituto di ricerca, infatti, il 35% degli adulti fatica a comprendere testi appena più complessi di un messaggio su WhatsApp, mentre solo un 5% raggiunge livelli dignitosi di comprensione della scrittura. Quindi, leggere qualcosa di più elaborato di un menù al ristorante per tanti (troppi!) può risultare una missione impossibile, a meno di non entrare nei panni di Tom Cruise. Per gli studenti la situazione migliora? Purtroppo no! Anzi, ben il 43,5% non raggiunge le competenze minime in italiano, il 47,5% in matematica. Sarà perché si pensa che non ci sia più bisogno di scrivere una frase di senso compiuto o saper fare i conti per diventare Tik Toker famosi? Anche a livello di cultura generale la situazione non va meglio. Un italiano su cinque non ha la minima idea di chi fosse Giuseppe Mazzini, molti non sanno dove sia la Palestina e qualcuno non è nemmeno sicuro di dove scorra il Po. Forse perché è più importante seguire un’influencer famosa, o i protagonisti dell’ultimo reality? Se a questo aggiungiamo il taglio di oltre 5.000 docenti e di 2.147 personale ATA, le classi pollaio, i docenti che vengono sotto pagati, il quadro comincia ad essere chiaro. Per fortuna le cose miglioreranno visto che abbiamo come Ministro dell’Istruzione, il mitico Peppino Valdichiara (che culo!). L’astuto Ministro, per risollevare le sorti della scuola, ha pensato a due soluzione davvero geniali. Il ritorno ai diari cartacei (che in realtà non erano mai stati aboliti, ma facciamo finta di sì) e, soprattutto, a un provvedimento memorabile: il divieto della schwa (ə) e dell’asterisco. Magnifico! Adesso non solo avremo studenti molto più preparati in lingua italiana ma anche futuri elettori certamente più consapevoli. Finalmente, distinguendo senza esitazione il genere maschile e quello femminile, il vero problema della scuola italiana sarà risolto! Non ci voleva un Ministro grande, ma un grande Ministro, per dirla come nello spot del pennello cinghiale. |
PUBBLICATO 25/03/2025 | © Riproduzione Riservata
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