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Sinistra Italiana in consiglio comunale ad Acri presenta mozione contro la spesa per armi

Foto © Acri In Rete
Sinistra Italiana - Acri
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Nell’assise del 18 marzo scorso il consigliere comunale di Sinistra Italiana Angelo G. Cofone ha presentato una mozione, inserita all’ordine del giorno, avente ad oggetto “L'Europa scelga la pace e non investa nelle armi a discapito del benessere dei suoi cittadini".
Nello specifico, con tale mozione si è inteso impegnare il Sindaco a rappresentare al Governo ed ai Presidenti in carica dei due rami del Parlamento Italiano nonché alla Presidenza dell’ANCI ed al Presidente della Regione Calabria che il Consiglio comunale di Acri sulla questione del ReArm Europe ha assunto le seguenti posizioni:  1) l’Italia - nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione - e l’Unione Europea devono farsi promotrici di soluzioni diplomatiche per favorire il processo di pace in Ucraina e la riduzione delle spese militari globali;  2) i parlamentari italiani respingano ogni ulteriore aumento del budget della difesa;  3) le risorse previste per l’aumento delle spese militari vengano riorientate verso il lavoro, l’ambiente, la sanità, la scuola e il welfare, pilastri della sicurezza sociale, con una gestione condivisa europea; 4) si promuovano iniziative di disarmo; 5) si ripristini il trattato di messa al bando degli euromissili.
La mozione alla fine è passata con soli tre voti favorevoli, quelli dei consiglieri di minoranza A. G. Cofone, N. Feraudo e F. Sposato, assenti i tre consiglieri di FI e quello di FDI, mentre il Sindaco (PD) e la sua maggioranza si sono astenuti.
La motivazione dell’astensione dell’area PD è stata dettata dal fatto che il nostro consigliere si è rifiutato di far inserire nel provvedimento un emendamento che ne avrebbe modificato irrimediabilmente il contenuto iniziale (totale contrarietà ad ogni politica di riarmo come rimedio alla guerra), emendamento che richiamava la risoluzione assunta sul tema dal PD nazionale all’indomani delle questioni insorte all’interno del partito dopo la votazione nel Parlamento Europeo del 12 marzo scorso (la segretaria Schlein aveva dato delle indicazioni di voto contrario al ReArm Europe disattese da diversi suoi parlamentari).         
A malincuore, considerato l'esito della votazione, prendiamo atto delle distanze con il Partito Democratico non solo a livello locale ma anche su questioni di carattere internazionale, come la promozione della PACE, che invece dovrebbero incentivare l’unità di un fronte progressista alla continua ricerca di convergenze nonostante le disomogeneità.
Per quanto ci riguarda è inaccettabile che in questa fase storica si possa essere favorevoli, anche in modo più circoscritto rispetto agli 800 miliardi di euro previsti, a destinare fondi per il riarmo dell'Europa, investimenti altrimenti indirizzati a sostegno delle aree economicamente e socialmente più arretrate del vecchio continente, Italia compresa.
Le armi non sono mai la soluzione giusta: “Passare il tempo a costruire arsenali anziché diffondere libri è deleterio, forse letale, per la nostra specie” (Gino Strada).

PUBBLICATO 30/03/2025 | © Riproduzione Riservata





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