Black out telefoni e internet. Lo avevamo previsto. I cittadini hanno il diritto di conoscere dinamica e responsabili
Redazione
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E’ accaduto nuovamente. Ore ed ore senza linea telefonica e internet. Questa volta dieci ore. Dalle 7 alle 17. Commercianti e impiegati con le braccia conserte. Disagi e danni incalcolabili per gli esercizi commerciali, per i punti autorizzati al pagamento di bollette e tasse, per i centri revisioni.
Impossibile effettuare operazioni nelle banche, negli uffici postali, al cup e con bancomat o postamat. Notevoli disagi anche nelle scuole e per i lavoratori professionisti. Telefoni fissi fuori servizio. Apprensione e ansia per gli anziani e le persone fragili che vivono da sole. Isolati anche carabinieri, ospedale ed associazioni di volontariato. Cittadini indignati e increduli. In tanti, addirittura, si sono messi in auto e diretti verso i paesi albanesi e la valle del Crati armati di pc portatile e tablet per intercettare la linea e i giga. Alle 17 la situazione, piano piano, è tornata alla normalità ma i cittadini hanno il diritto di conoscere come sono andate le cose. Di chi la responsabilità? Cosa è accaduto realmente? Chi deve risarcire eventuali danni economici alle aziende e ai commercianti? Ci auguriamo che il sindaco, rappresentante dell’intera comunità, lavori per cercare la verità. Sappiamo che assieme ad alcuni tecnici si è recato su più posti del territorio per verificare di persona cosa era accaduto. Che lo dica alla comunità pubblicamente. Dalle prime notizie in nostro possesso, e in corso di verifica, pare che questa mattina operai Anas mentre stavano provvedendo a bonificare un’area della ss660, nei pressi della frana, abbiano, involontariamente, tranciato alcuni cavi telefonici con mezzi meccanici utilizzati per tagliare erba e cespugli. Un evento che può accadere, d’accordo, ma quello che bisognerebbe evitare è lasciare cavi e fili a vista. Del caso ce ne siamo occupati qualche mese fa ma nessun ente, Comune, Anas, Telecon, Enel, ha inteso intervenire. Facevamo notare, attraverso una serie di foto eloquenti (che riproponiamo in questa sede ) come cavi, tubi e fili si trovavano in una condizione precaria. Non interrati e alla portata di tutti, sul ciglio della strada e nelle cunette o poggiate semplicemente sul terreno a rischio rottura e manomissione causa eventi naturali o per mano dell’uomo. Precaria è anche la condizione di alcuni pali a rischio crollo. Possibile che le Società coinvolte (Enel, Italgas e Telecom ) non si accorgano del pericolo e delle anomalie? Possibile che nessun amministratore che percorre la SS660 Acri-Cosenza veda questa situazione precaria e avvisi gli organi preposti? Una situazione incresciosa e inaccettabile, pronta ad esplodere in qualsiasi momento e soprattutto in caso di incendi e temporali. Sarebbe il caso di risolverla definitivamente per evitare di vivere un’altra giornata surreale e di dedicarci un altro sctritto. Foto dal profilo facebook Acri città di Sant’Angelo. |
PUBBLICATO 07/05/2025 | © Riproduzione Riservata
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