Elezioni e chiacchiere


Vincenzo Morrone

Devo dire di aver seguito con molto interesse il dibattito che si è sviluppato ad Acri intorno alle elezioni regionali. Mi sono letto tutti i comunicati pubblicati sui media locali e un po’ di commenti sotto gli stessi. Poche altre volte ho percepito un quadro così chiaro del perché ad Acri e in Calabria le cose, purtroppo, vanno in un determinato modo.
In primis, nessuno dei candidati al posto di consigliere regionale mi ha sorpreso per visione politica, nel senso più pratico del termine, ovvero: “sì, ok, ma tu cosa vuoi fare? Perché vuoi andare in Regione?”. I video dei comizi hanno restituito una crisi anche di chi crede fortemente nella rappresentanza. Poca verve, anche nella polemica. Anche qui credo sia mancanza di una visione politica, che ti porterebbe ad aggredire la comunicazione. Va beh, amen: non tutte le campagne elettorali riescono col buco. Il post-elezioni invece mi pare vertere su: “Chi ha tradito il sindaco di Acri?”, sul fatto che ancora una volta il territorio acrese non ha espresso un consigliere regionale, e sulla critica a chi non è andato a votare. Oltre al fatto che la Straface ha un buon zoccolo di voti allu paisu. A me questi discorsi, che trattano i voti dei cittadini alla stregua di sacchi di patate, fanno un po’ schifo. Credo sia un primo sintomo di visione politica “corrotta”: praticamente un’ammissione irrazionale del fatto che la politica in sé fa schifo ed è solo funzionale allo scambio di qualcosa in cambio di qualcos’altro. Il fatto che questa visione traspaia da chi prova a fare l’analista è proprio il sintomo del problema! Casualmente, nello stesso periodo, i social acresi hanno dato spazio alla manifestazione degli studenti in sostegno alla popolazione palestinese. Ecco, lì ho visto una bella ventata d’aria fresca e un po’ di discorsi politici di livello più alto e meglio argomentati rispetto a quelli dei candidati alle elezioni. Ed ho visto anche come molti commentavano la manifestazione: “andate a lavorare”, “volete solo perdere un giorno di scuola”, “siete il danno che crea la propaganda”. Insomma, una sublime rappresentazione di odio contro i giovani. Con protagonisti sia miei coetanei, quarantenni che in teoria dovrebbero essere più vicini agli adolescenti, sia gli oltre cinquantenni ormai abbrutiti. Vi regalo una previsione: purtroppo per loro, quei ragazzi tra non molto tempo andranno a lavorare, ed è meglio che ci vadano con la voglia di far valere i propri diritti. Perché voi altri, che vi lamentate della malapolitica, siete espressione esattamente di quella malapolitica, e chi si candida rappresenta esattamente il vostro sistema di “valori”. Ovvero: confondere il lavoro con lo sfruttamento, la partecipazione politica con la propaganda e il posizionamento contro guerra e genocidio con l’ingenuità. Il top dei commentatori sono stati quelli che hanno scritto “io ho fatto…” — e lì si può aggiungere a piacimento: il ’68, la Pantera, ecc. Sì sì, sicuramente, vi immagino che siete passati di fianco a un’assemblea per sbaglio… Mi sa tanto che non capivate un cazzo anche allora. La classe politica attuale non porterà nulla di buono né ad Acri, né in Calabria, né in Italia. Idem il suo elettorato, che odia i giovani. Quindi che i giovani vi diano altri mille motivi per continuare ad odiarli: vorrà dire che finalmente c’è uno scontro generazionale. E da quello scontro, finalmente, idee decenti e voglia di metterle in pratica. (P.s. non ricordo a memoria sfracelli da parte dei vari consiglieri regionali provenienti dal territorio di Acri. Quindi forse non averne eletto nessuno potrebbe non essere un gran problema) |
PUBBLICATO 15/10/2025 | © Riproduzione Riservata

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