Lupi feriti, ma ancora vivi
            
				  Franco Bifano
					
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                         Se dovessimo guadare al solo girone di ritorno per la squadra dell’Acri, dopo l’ennesima sconfitta esterna domenica scorsa a Paola, il campionato sarebbe un disastro. Lo dicono i numeri! Al terzo posto in classifica a dicembre 2015, oggi a rischio di retrocessione. Ancora peggio sarebbe se guardassimo agli ambiziosi obiettivi societari d’inizio campionato, quando si pensava di migliorare il quinto posto della stagione precedente e puntare a vincere nuovamente la Coppa Italia. Obiettivi ormai distanti anni luce!  
                      Eppure, nonostante tutto, a me questa squadra piace molto. Probabilmente dirò cose contro corrente, non sarebbe la prima volta. Di questi ragazzi apprezzo molto il loro entusiasmo, la capacità di fare gruppo e il buon calcio espresso nella parte iniziale del campionato. Raramente ho visto squadre guardare negli occhi i propri tifosi e creare con loro una sintonia palpabile, evidente alla fine di ogni partita. Il feeling con la tifoseria , anche sui campi esterni, era un’assoluta novità che lasciava di stucco i tifosi avversari, sorpresi ed ammirati davanti a questa complicità tra giocatori e ultrà. Ogni partita non finiva con la doccia, ma con la stessa canzone condivisa da tifosi e squadra, cantata sotto la curva come sigla di un amore ricambiato e indissolubile. Chi come me ha il compito di raccontare le emozioni che si vivono sul campo alla radio seguendo la squadra anche in trasferta, ha non di rado provato orgoglio per questa simbiosi che, in qualche modo, ci faceva provare la piacevole sensazione di far parte del gruppo. Tuttavia, non si possono nascondere gli errori commessi, ad esempio, quello di iniziare il campionato con alcuni ruoli non sufficientemente coperti; mi riferisco alla mancanza di un portiere adeguato alla categoria e di un centrocampista di esperienza e qualità. Ruoli incompleti che hanno condizionato, dal mio punto di vista, l’intero campionato. Si dirà, mancava anche una punta di sostanza. È vero, però lì davanti la società ha puntato sul giovane Petrone del quale anche chi ha appena una qualche competenza di calcio non può non vedere le enormi potenzialità. In questa fase non credo sia il momento di sollevare critiche o polveroni, mettendo ancora di più pressione a questi ragazzi che hanno il delicato compito di salvare la categoria. Mister Pascuzzo, allenatore del quale apprezzo molto la competenza e le capacità di saper lavorare con i giovani, deve far ritrovare alla squadra la determinazione e la convinzione nei propri mezzi. La stessa d’inizio campionato. A noi tutti, dunque, il compito di sostenere questi ragazzi incondizionatamente fin da domenica 3 Aprile con il Cutro, partita fondamentale. A salvezza conquistata, ognuno per le proprie competenze potrà e dovrà trarre le opportune considerazioni. Ma fino ad allora: Forza ragazzi! Il lupo è ferito ma ancora vivo!! ![]()  | 
                    
PUBBLICATO 22/03/2016 | © Riproduzione Riservata
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