Legislatura Tenuta tra abbandoni, dimissioni e debiti


Roberto Saporito

Tre anni e sette mesi, ovvero quarantatre mesi, poco meno di milletrecento giorni. Tanto è durata la legislatura del sindaco Nicola Tenuta, già sindaco dal 2000 al 2005, che nel giugno 2013 riuscì a sconfiggere due avversari di tutto rispetto.
A capo di quattro liste civiche, al primo turno Tenuta ottenne circa 5000 consensi, Cristofaro, del centro sinistra 5300 e Maiorano, Udc-Psi, 3400. Al ballottaggio, riuscì a battere Cristofaro grazie a circa 7000 voti contro i 5300 dell’avversario. Un trionfo, insomma. Nel formare la Giunta, Tenuta tiene a se le due importanti deleghe dell’urbanistica e del bilancio. Trova un Comune in grave difficoltà economica per una massa debitoria che sfiora i 20 milioni di debiti, di cui otto fuori bilancio. Qualche suo collaboratore (il vice sindaco Salvatore Ferraro, ndr), è intenzionato a dichiarare sin da subito il dissesto finanziario ed a far ricadere le colpe su chi ha generato i debiti ma non trova molti adepti. L’atto, però, su indicazione della Corte dei Conti di Catanzaro, viene approvato, a maggioranza, nella lunga seduta del Consiglio Comunale del 30 dicembre 2013. In questa situazione il Comune può fare poco: né investimenti, né mutui, né programmazione. Verso la fine del 2014, l’esecutivo Tenuta chiede ed ottiene dalla Cassa Depositi e Prestiti, la cospicua somma di 15milioni, quale anticipazione, per pagare imprese, fornitori, professionisti, ditte che tirano un sospiro di sollievo. L’ufficio ragioneria effettua ben tremila mandati di pagamento. Ad inizio 2015, la Giunta comincia a perdere pezzi. Si dimette, per motivi personali, Pasquale Benvenuto, assessore alla sanità e servizi sociali, stretto collaboratore del Sindaco Tenuta, uno degli autori del programma elettorale. Al suo posto Tenuta nomina Franco Gencarelli. Dopo pochi mesi, maggio 2015, arrivano altre dimissioni, quelle dell’assessore alla cultura e pubblica istruzione, Maria Paola Capalbo. In questo caso le dimissioni, per detta della stessa interessata, sono legate al fatto che non gode più della stima e della fiducia di una parte della maggioranza, in particolare dei due consiglieri Luigi Cavallotti e Natale Viteritti. Il Sindaco Tenuta, rivede le deleghe ed assegna cultura e pubblica istruzione al vice sindaco Salvatore Ferraro mentre i lavori pubblici alla neo assessore, Erica Fabbricatore. Ottobre 2015, questa volta i problemi sono all’interno della maggioranza perché Viteritti e Cavallotti, eletti nella lista Insieme con Tenuta, decidono di abbandonarla per formare il gruppo Movimento per Acri Democratica. In pratica si collocano all’opposizione dopo una serie di contrasti con maggioranza, sindaco ed assessori. Il 2016 non comincia bene: a lasciare la Giunta, per motivi personali, è Maria Franscesca Coschignano, assessore allo spettacolo ed allo sport. Al suo posto Tenuta nomina la giovane Bina Luzzi. Rogne finte? Macchè. Il vice sindaco Ferraro, sprona Sindaco, Giunta e maggioranza, su determinate tematiche, con alcuni di loro i rapporti si raffreddano e diventano insanabili, lancia messaggi e minaccia dimissioni che arrivano nel maggio scorso. Tenuta richiama Maria Paola Capalbo. L’anno si chiude con la bocciatura del Piano di rientro da parte della Corte dei Conti di Catanzaro e di Roma. Il resto è storia recente, con la fine anticipata della legislatura per via delle dimissioni di nove consiglieri, otto di minoranza ed uno, Cosimo Fabbricatore, di maggioranza. Si è in attesa, ora, che la Prefettura nomini il Commissario Prefettizio (l’ultima volta risale al 1999, quando dopo la caduta di Angelo Rocco, arrivò Patrizia Sirimarco, ndr) che si andrà ad aggiungere agli Ispettori liquidatori. A breve Palazzo Gencarelli ospiterà ben quattro Commissari. Nel frattempo, la città si prepara al voto, (previsto per maggio/giugno). Papabili per la guida del Comune e per uno scranno nel Consiglio Comunale, sono già al lavoro. |
PUBBLICATO 07/02/2017 | © Riproduzione Riservata

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