La frazione senza seggio elettorale


Andreina Morrone

Se Italo Calvino ha scritto “La giornata d’uno scrutatore”, io voglio raccontarvi la domenica elettorale di una piccola frazione di periferia … con seggio!
Conquistiamo il diritto – e il dovere – di votare alla maggiore età. E da quel momento esprimiamo le nostre preferenze, elezione dopo elezione, referendum dopo referendum, con sempre maggior consapevolezza e coscienza civica. In mezzo ci sono tanti episodi di vissuto individuale e collettivo: comizi nella piccola piazza o per strada, due chiacchiere al bar con gli amici per capire chi è il meno peggio da votare, schiamazzi e polemiche varie ed eventuali, tanto alla fine della fiera si è tutti amici e parenti. Il sabato che apre il seggio è tutto un “Affacciamoci dal balcone e vediamo gli scrutatori che si insediano nel seggio…” o “Ecco i militari!”. Ma le cose più divertenti succedono la domenica delle elezioni. La mattina a colazione in famiglia si decide a che ora si andrà a votare, perché è bello andare a votare insieme. È sempre lo stesso rituale: ci si veste bene, perché anche se abitiamo in una piccola frazione, i vicini non ci vedono da un po’. Giacchè ci siamo portiamo a votare anche i nonni, che da soli forse non se la sentono. Anzi no, il nonno dice che va da solo, far due passi all’aria aperta gli fa bene. La nonna lo accompagna sottobraccio, anche lei è vestita bene. Arrivati al seggio salutiamo tutti, forze dell’ordine comprese, sfoderando il nostro sorriso migliore. All’uscita della sezione altre due chiacchiere con chi sosta lì davanti. Qualcuno, che abita nei pressi del seggio, ha portato i pasticcini e il caffè. Due battute sulle elezioni, sul calcio e poi sul resto: “Hai votato", “si, ho fatto il mio dovere da cittadino”, “però che strano il mese di giugno senza Europei e Mondiali…”, ”ora che il campionato è finito meno male che almeno ci si vede in queste occasioni...”,”I tuoi come stanno?”, “Tuo figlio sempre a Roma lavora?”. Siamo in cinque, in dieci, in venti… la notte allo scrutinio saremo più di cinquanta! Le occasioni per vedersi, chiedere come si sta, come va in famiglia, sono sempre di meno. Ognuno vive sempre più internato nella propria quotidianità. Ora che il parroco viene sempre meno spesso a dire messa, i pochi momenti utili per socializzare, in una frazione di montagna, distante dal centro abitato, ce li teniamo stretti. Sono i gioni in cui la frazione vive. Ora vi racconto come immagino la domenica elettorale di una frazione di periferia senza seggio. Il viaggio in macchina, per chi va a votare, può durare cinque, dieci o venti minuti. La sosta al seggio? Quella ancora meno. Non c’è tempo per perdere tempo. Bisogna scappare a casa a finir le faccende domestiche. E poi con chi fare due chiacchiere? Non c’è abbastanza confidenza. Chissà se i nonni verrebbero a votare… Fuori dal seggio non abbiamo visto gli anziani prozii, chissà come stanno. La sezione dov’è stato ubicato il seggio è grande, fredda, dispersiva. C’è persino l’eco. Ma le voci non le riconosciamo. In questa nuova frazione c’è tutto, ora anche il nostro seggio. Lo scorso 7 aprile l’Ufficio Elettorale Comunale di Acri, con il verbale n.5, ha deliberato la variazione di alcuni seggi elettorali. Dopo decenni di onorata carriera di attività elettorale, sociale e collettiva, i seggi di Sorbo (n.26) e Pertina (n.27) passano nella scuola primaria di Serralonga (già sede di altro seggio), per “criticità strutturale” (la sezione di Pertina è anche sede del circolo Il Ritrovo e che come a Sorbo anche in questa sezione, nello specifico nella stanza adiacente, c'è una cappella... sempre pulita). Stesso discorso per i seggi di Guglielmo (n.29, nuova sede Chimento) e per quello della scuola primaria Ferrante (nuova sede San Martino). Nelle scorse settimane gli abitanti di Sorbo, costituito il comitato cittadino, hanno deciso di intraprendere una raccolta firme per chiedere la riapertura del seggio elettorale, in quanto la chiusura dello stesso può solo causare disagi soprattutto agli anziani. “La nostra frazione è da anni totalmente abbandonata e deturpata da ogni cosa – scrivevano gli abitanti di Sorbo –. I servizi sono ridotti ai minimi termini e ci si ricorda di noi esclusivamente al momento di versare nelle casse del Comune le Tasse oppure nel periodo elettorale, quando flotte di pseudo politici invadono le nostre abitazioni elemosinando voti. La struttura che ospita lo storico seggio n°26 è sede anche di una cappella per le funzioni religiose e di un associazione socio-culturale, che si occupa costantemente ed in forma gratuita della manutenzione e della pulizia”. A Pertina non ci è ancora mossi in tal senso, ma sono in molti a storcere il naso per l’amara novità. Qualcuno sussurra che non andrà a votare. La provocazione è forte. Votare è un diritto e un dovere civico. Ma avere il seggio elettorale nella propria frazione è occasione di incontro e di aggregazione, di scambio e di socializzazione. C’è chi non vuole “contribuire” ad un ulteriore depauperamento sociale della propria piccola comunità. Fermiamoci a pensare a cosa perdono. C’è da dargli torto? ![]() |
PUBBLICATO 03/05/2017 | © Riproduzione Riservata

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