Il giorno della vittoria del centro-sinistra alle trascorse elezioni comunali, uno dei grandi eletti gridava dal palco: "... abbiamo finalmente sconfitto il clientelismo e l'arroganza ...".
Parole queste che non ho potuto dimenticare, peccato non averle registrate perché oggi sarebbero state utili. Ho avuto nelle ultime settimane il dispiacere di recarmi presso l'ufficio tributi del nostro bel comune, per via degli accertamenti sui versamenti ICI dell'anno 2000. Ebbene nell'ufficio in questione ho respirato un'intensa aria di "clientelismo ed arroganza".
Non solo non ho avuto precisi chiarimenti, ma non sono neppure riuscita a verificare l'esattezza di una sola "cartella", mentre altri utenti hanno avuto il privilegio di controllarne tante contemporaneamente. Non avrei posto tanta attenzione alla cosa se non fosse avvenuta per ben due volte di seguito.
Dopo aver atteso a lungo, al momento di essere ricevuta mi è comunicato che l'ufficio chiude entro le dodici. Io ero lì dalle dieci e un quarto circa, a che ora sarei dovuta andare?
Come da lettera inviata al Sindaco Coschignano: ho avuto la spiacevole sensazione di essere classificata come cittadino di "serie B".
Non mi sono presentata con "titolo" né come "amica di...". Avrei anche potuto ma il rispetto delle regole del vivere civile me lo ha impedito. Ritengo, infatti, che di là dalle appartenenze socio-politiche, in questi contesti tutti abbiamo diritto allo stesso tipo di trattamento. Il tempo dei favori non è ancora finito! Dai lontani ricordi della scorsa campagna elettorale affiora un'altra bella parola :" cambiamento".
Ma cambiamento vuol dire solo tingere la bandiera di un altro colore? Far sedere alle scrivanie comunali altre persone? Oppure miglioramento dei servizi offerti ai cittadini?! Spesso, però, chi siede dietro quelle scrivanie , dimentica quali siano le sue mansioni, quale il compito per cui è pagato. Un dipendente comunale non ha e può avere nessun tipo di potere!
Vorrei precisare che il mio non è né un attacco contro una singola persona (nonostante la rabbia per il trattamento ricevuto), né una mera critica politica.
Il mio obiettivo è di rendere pubblico quello che considero un disservizio, ed invitare quanti lo ritenessero opportuno a far sentire la propria voce.