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Ipertrofia ed atrofia della politica.

Giovani Udc Acri
Foto © Acri In Rete
In queste settimane, in vista delle elezioni politiche del 9 Aprile 2006, stiamo assistendo ad una iperattività del dibattito politico nazionale che si concentra intorno ai temi più caldi del particolare momento storico in cui viviamo e non solo; infatti, oltre a temi come politica estera, crescita economica, sviluppo, lavoro, tutela della vita, Pacs, laicità dello stato e laicismo, giustizia e giustizialismo, partiti unici e sistema proporzionale, encicliche e marxismo, ci si scontra amaramente anche mediante invettive personali e difese partitocratiche, su problemi che non interessano nessuno e su argomentazioni da salottino popolare.
Ma nonostante questo, la discussione politica nazionale assorbe le attenzioni del cittadino, lo trascina in vivaci discussioni e lo infervora su pronostici dal sapore calcistico (tre punte, 4-4-2, catenaccio, tattica del fuorigioco), annichilendo la tensione dialettica e la bontà programmatica, ma sublimando il tenore giornalistico.
Certo, meno male che la politica nazionale, con i suoi alti e bassi, fa sentire il suo peso e coinvolge i cittadini, politicizzati e non, nelle sue dinamiche discussioni, perché se ci rivolgessimo soltanto alla politica Regionale o Locale della Città di Acri, il buio e il sonno ci avvolgerebbe.
E' passato quasi un anno dalle elezioni amministrative che ci hanno interessato, con il rinnovo poliotico-istituzionale degli organismi regionali e comunali affidati alla coalizione di centro-sinistra, ma sembra che questi Enti siano stati affidati alla tutela di chissà quale Commissario Straordinario Padano, che amministra l'ordinario e l'amministrabile.
Il letargo invernale paralizza la politica locale, e cosa ben più grave il governo locale.
Il freddo irrigidisce arti ed articolazioni.
La noia impera, la soddisfazione langue.
Non esistono progetti, finanziamenti, gare, nuovi ed efficienti servizi, novità occupazionali (se non una decina di giornate lavorative assegnate ad amici ed elettori), non si alimenta cultura, non si pensa seriamente ai giovani (se non con qualche indagine conoscitiva affidata ad amici ed elettori di cui sopra), mancano eventi (se non qualche glaciale, deserto e costoso stand in piazza), sono assenti le infrastrutture (se non l'inaugurazione di un Luna Park alle porte del Cimitero Comunale), ma cosa rassicurante: c'è la neve - quella non manca mai anche nella discontinuità amministrativa.
Si amministra come se ciò che ne è oggetto non appartenesse a noi; si governa pensando ai futuri quattro anni di governo, sarà poi l'ultimo anno quello importante, per adesso si gode del risultato.
Ma la colpa di chi è? Noi pensiamo sia del freddo.
E' il freddo che assidera le membra, atrofizza le menti, ed è lui che congela le attività.
Aspettando le primavere non ci resta che ascoltare, vedere e parlare del Cavaliere……………..

PUBBLICATO 1/2/2006

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