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Les voyelles - Le vocali.

Luigi Algieri
Foto © Acri In Rete
Traduzione in francese di Vincenzo Padula:

LES VOYELLES
c'est-à-dire
La première leçon de mon père *.

J'étais un garçon qui allait sur ses treize ans, la tête tellement bourrée de grammaire qu'on aurait dit qu'elle me sortait par les yeux ; j'avais l'habitude de me caresser chaque jour avec un rasoir, pour faucher le tendre duvet de mes joues ; afin qu'il devienne une belle barbe, le rêve de toutes mes nuits, quand je sortis du séminaire pour passer au sein de ma famille mes deux mois de vacances.
Et là, fêté par les miens, tout plein d'air pour arriver à réciter d'une voix sûre et claire comme celle d'une clochette, d'une seule expiration toutes les règles de Port Royal, j'attendais l'occasion pour faire montre de mon vaste savoir.
Et voilà qu'un après-dîner, mon père m'emmena dans sa chambre, et là, une fois fermée la porte, et m'ayant fait asseoir en face de lui, voilà qu'après être resté quelque temps en silence, en se lissant le menton, il planta ses yeux sur moi, en me demandant : Et quel a donc été le profit cette année ? Quelles études, a-t-on fait ? Qu'est-ce que tu as appris de bon et de beau ? - Beaucoup de choses papa, et je les connais. - Je m'en félicite mon enfant, et dans ce cas saurais-tu me dire combien il y a de voyelles ? (...)

- (IL TESTO ORIGINALE : Ero un garzone su' tredici anni, col capo pieno zeppo di grammatica, tanto che parea mi scoppiasse dagli occhi, e col vezzo di sollecitare ogni giorno con un rasojo intaccato i teneri bordoni delle gote, perchè si cangiassero in una bella barba, sogno di tutte le mie notti, quando usciii dal seminario per passare in seno della famiglia i due mesi delle vacanze. E li mentre vivevo festeggiato dai miei e gonfio di venti per sapere con chiara e sicura voce, tanto che sembravo un campanello, recitare d'un fiato tutte le regole del Portoreale, aspettavo un'occasione di far mostra del mio vasto sapere. Ed ecco, un dopo desinare il padre mio mi meno' nella sua stanza, e li, chiuso l'uscio, e fattomi sedere innanzi a sè, dopo stato alquanto in silenzio a lisciarsi il mento, mi ficco' gli occhi addosso, e mi domando': E quest'anno come siamo andati a profitto? Che studii abbiamo fatto? Che appreso di buono e di bello? - Molte cose, babbo, e le so. - Me ne compiaccio assai, ragazzo mio, ed in questo caso mi sapresti dire quante siano le vocali?)


- Traduzione di Luigi Algieri delle PROSE GIORNALISTICHE di Vincenzo Padula (1878 - dalla ristampa "Germinal", del 1985). Qui sopra, da LE VOCALI..., pp. 9-14. In attesa di un'eventuale pubblicazione. E a buon intenditor...



PUBBLICATO 23/11/2007

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