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Usi civici: scoppia la polemica con i proprietari dei terreni.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
La questione degli usi civici relativi alla montagna di Pietramorella evidentemente non è destinata a chiudersi con la delibera del consiglio comunale, con cui si è approvato il relativo “Piano di valorizzazione delle terre civiche”. Ieri pomeriggio infatti una delegazione di possessori dei terreni interessati ha dato vita a una manifestazione di protesta nei confronti della giunta comunale e della maggioranza di centrosinistra. L'una rea di aver proposto il Piano; l'altra, sia pure con qualche distinguo interno, di averlo votato in consiglio.
L'iniziativa è stata promossa dalla sezione di San Giacomo di “Sinistra Democratica”, guidata dal segretario Giacomo Fuscaldo.
Il corteo, di un centinaio di persone, è partito da piazza Sprovieri ed è giunto davanti al Comune. Da qui si è trasferito nella Sala Polivalente, in cui vi è stato un confronto con il sindaco, Elio Coschignano; con alcuni assessori, tra cui Giuseppe Capalbo, che, per conto della giunta, sta seguendo la vicenda; e con diversi consiglieri di maggioranza, tra i quali Antonio Morrone, Alberto Vuono, Walter Manes e il presidente del consiglio comunale, Giacomo Cozzolino. La questione sta pressappoco in questi termini.
Dopo che una legge regionale ha trasferito le competenze sugli usi civici ai Comuni, quello di Acri ha elaborato un Piano che il consiglio comunale ha approvato. Il Piano si riferisce all'istituto dell'uso civico in generale, con particolare riferimento alla montagna di Pietramorella. Qui vi sono circa 700 ettari di terreni che, dopo la seconda guerra mondiale, a seguito delle occupazioni delle terre demaniali, sono stati occupati dai cittadini, i quali, in sostanza, li hanno gestiti come se fossero di loro proprietà. Ora il Comune dice loro: vi offro la possibilità di passare dal possesso alla proprietà, cioè di acquistarli, quindi di sdemanializzarli. Non esistono al momento cifre certe, ma sembra che la questione riguardi circa 400 proprietari. Il Comune, in attesa che la Corte dei Conti si pronunci sulla legittimità della delibera del consiglio comunale, ha stabilito il prezzo minimo di 3700 euro a ettaro. La cifra è comprensiva sia del costo della prestazione del tecnico, che dell'atto stipulato davanti al notaio.
Molti dei possessori si sono detti pronti ad acquistare i terreni, in modo da poterne disporre totalmente. Altri, quelli della manifestazione di ieri, ritengono di non essere in grado di pagare e chiedono la revoca della delibera e la rinegoziazione. In pratica vorrebbero pagare solo il costo dell'atto di proprietà, ma non la proprietà. Ieri il sindaco su questo punto è stato molto chiaro: non se ne parla nemmeno. Il primo cittadino ha spiegato che, qualora la Corte dei Conti ritenesse legittimo l'atto del Consiglio, si procederà lungo questa via, senza tentennamenti di sorta. Elio Coschignano ha detto ai manifestanti che il Comune farà di tutto per venire incontro a quei cittadini che non si possono permettere di pagare l'intera somma subito, ma altro non può.
Un ultima questione è stata chiarita dall'assessore Capalbo: i terreni che non dovessero essere acquistati subito non andranno all'asta.





Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 06-03-2008.

PUBBLICATO 07/03/2008

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