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Quando il silenzio incontra l’amore.

Sac. Sergio Groccia
Foto © Acri In Rete
Il sentiero dei giusti è come la luce che sorge, avanza e cresce di splendore fino al meriggio (Pr. 4,18).
La risurrezione di Cristo è il cardine della fede, e proprio per questo la Parola di Dio sviluppa attorno ad essa un'ampia riflessione, che va dal racconto dell'avvenimento al suo annuncio e alle conseguenze morali che ne derivano. Gesù non è vivo com' è vivo un messaggio sempre attuale, o come è vivo un maestro nel cuore dei discepoli. Gesù è veramente risorto. Tanto che il sepolcro fu trovato vuoto ( Gv. 20,1-9) e le bende e il sudario, piegati con ordine: un indizio che smentisce la diceria di un frettoloso trafugamento del cadavere.
Ambedue i discepoli entrano nel sepolcro e vedono, ma solo del discepolo amato si dice che vide e credette.
A che cosa è dovuta questa sua capacità di intuizione? Non si vede altra ragione che questa: è il discepolo che Gesù amava. La comprensione della risurrezione è un dono di Dio.
Nel passo degli Atti degli apostoli (10,34-43) si legge: "Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno". Fra il giudizio di Dio e il giudizio degli uomini c'è un netto contrasto. Le valutazioni di Dio sono capovolte rispetto alle nostre. Gli uomini hanno condannato Gesù, Dio invece lo ha approvato e lo ha fatto risorgere. La risurrezione è un avvenimento che contiene un giudizio. Occorre mutare i nostri criteri di valutazione, il nostro modo di pensare Dio.
San Paolo riassume in due imperativi i nuovi comportamenti che il discepolo è chiamato ad assumere: "Cercate le cose di lassù, pensate alle cose di lassù". Dunque, il pensiero e la vita, i progetti e l'esecuzione, la coscienza e le scelte. Quali sono le cose di lassù da cercare e le cose di quaggiù da evitare? Qual è la parte di noi che dobbiamo scrollarci di dosso come un vestito logoro e scucito? Il vestito da deporre non è la parte corporea che deve essere mortificata per esaltare lo Spirito, né gli impegni del mondo che devono essere abbandonati per ritirarsi nella solitudine. Il vecchio vestito sono i valori illusori, distruttori ed egoistici, soprattutto quell'istinto del possesso che tanto spesso si trasforma in idolatria (Col 3,5). E il vestito nuovo è il superamento delle divisioni che oppongono l'uomo all'uomo, popolo a popolo, razza a razza (Col 3,11). Vestito nuovo sono i sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di pazienza: "Sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente" (Col 3,12-13).
Pasqua,nuova creazione. Mistero pasquale, mistero di fede: un dono da chiedere per noi e per tutti gli uomini. Sulle strade del mondo moltitudini di uomini e donne vanno portando il loro carico di dolore e di gioia . Su queste strade anche oggi Cristo risorge e ci chiede di testimoniarlo, uscendo dai nostri egoismi con semplici gesti quotidiani di carità e di accoglienza verso tutti, perché, pur nel rispetto delle diversità, sia rivelata la sua presenza d'amore e possa inondare di gioia e di speranza il cammino di ognuno verso la terra della risurrezione piena.
E' l'amore che svela il Mistero.
La sua vita per la nostra vita.

PUBBLICATO 23/03/2008

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