Nel 2006 Massimo Conocchia era stato candidato al Senato per i Ds, ottenendo un risultato straordinario ad Acri.
Non è stato tra i protagonisti dell'ultima competizione e la mancanza di un candidato locale ha senz'altro influito sull'esito, comunque soddisfacente del risultato del Pd.
"Il Pd ha avuto un buon risultato - scrive in una nota Conocchia -, se analizzato singolarmente.
Se il fine di Veltroni era quello di dar vita ad un partito che andasse di poco al di sopra della somma aritmetica delle singole forze che lo compongono, non v'è dubbio che l'obiettivo sia stato pienamente raggiunto.
Ciò che è abortita, in realtà, è la speranza di dar vita ad una nuova forza riformista di stampo europeo con ambizioni di governo.
Parallelamente, un elettorato tendenzialmente di sinistra ha sciolto la dicotomia, che voleva la cosiddetta sinistra radicale sostanzialmente ambivalente, in grado, cioè, di porsi, al tempo stesso, come forza di piazza e di governo.
Vista la difficoltà dei partiti a sciogliere questo nodo - scrive ancora Conocchia -, l'elettorato lo ha risolto autonomamente, costringendo le forze in questione a rinunciare al secondo.
Il Pd, dal canto suo, non è stato in grado, ad Acri come in tutta Italia, di intercettare il disagio dell'elettorato più a sinistra, facendo sì che si traducesse in un aumento di consensi alla forza, che, più di altre, sarebbe stata destinata a convogliarli.
Incredibile dictu, la maggior parte di questi consensi sono finiti nel centro-destra.
E' come se Veltroni avesse scosso l'albero, senza rendersi conto che i frutti stavano andando tutti dall'altra parte.
Il dato locale merita, a mio avviso, una piccola parentesi: il Pd è riuscito ad ottenere un buon risultato.
Il confronto con le politiche del 2006 appare improprio per varie ragioni. Anzitutto l'assenza di candidati locali: il voto di oggi appare più realistico e meno falsato dal peso che, in misura variabile, può esercitare chi si sente coinvolto in prima persona.
Anche ad Acri, tuttavia, il PD non riesce ad andare oltre il consolidamento delle proprie posizioni, il che è un bene se preso nella sua valenza singola, lo è assai meno se lo si considera nella prospettiva di una forza che si dovrà proporre nuovamente alla guida della città.
Anche a livello locale l'elettorato deluso della sinistra radicale ha finito per disperdersi in mille rivoli, la maggior parte dei quali è confluita nel mare magnum del centro e della destra.
La buona tenuta del Pd dimostra - conclude Massimo Conocchia -, al tempo stesso, che in una eventuale gioco di pesi e contrappesi, l'elettore ha ben chiaro la dinamica della politica in questi tre anni ed è stato estremamente selettivo nel giudizio.
Sul mancato sfondamento del Pd ha influito soprattutto un fatto: non essere stati sufficientemente bravi nel convincere l'elettorato che quella che era scesa in campo era una forza realmente nuova, negli uomini e nei metodi, oltre che nelle proposte.
Ai dirigenti del Pd il compito non facile di proseguire in un'azione di rinnovamento che sia al tempo stesso realistica e credibile".


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 19-04-2008.