A tre anni esatti dal suo insediamento, il consiglio comunale è molto diverso da quello uscito dalle urne del 2005. Su venti rappresentanti, solo nove sono rimasti al loro posto di partenza mentre quattro degli undici, hanno cambiato idea per ben tre volte. Ci sono partiti che sono spariti, altri che si sono accorpati, altri che si sono scissi ed altri ancora che sono nati proprio grazie alla transumanza di alcuni consiglieri a causa di strappi, riposizionamenti, adattamenti ed opportunismo.
Originariamente il civico consesso era formato da sei esponenti dei Ds, uno ciascuno per Pdci, Rc, Dl e Sdi, e due dell’Ulivo per Acri per la maggioranza, uno di Fi, sei dell’Udc ed un Indipendente per l’opposizione. Ad oggi, ma riteniamo che a breve la mappatura cambierà ancora, questo è lo schieramento. Cinque del Pd, due dei Verdi, due Indipendenti e uno di Pdci e Rc per la maggioranza, cinque dell’Udc e tre per Fi per la minoranza ed un Indipendente (Barone) che si schiera di volta in volta. Rispetto a tre anni fa, quindi, non c’è più Dl e sono comparsi i Verdi.
Una metamorfosi da far rabbrividire i più grandi politologi. Gli ultimi, in ordine di tempo a cambiare scranno, sono stati Gencarelli e Cavallotti che hanno aderito all’Udc. Entrambi, appena un mese fa con tanto di comunicato ufficiale, avevano smentito la notizia di una loro adesione al partito di Casini. Ora arriva, invece, la smentita alla smentita. Il loro è stato un cammino complicato. Gencarelli è stato il primo ad inaugurare i trasferimenti. Eletto nelle fila di Fi, dopo un anno e mezzo è approdato a Idv ed infine all’Udc. Cavallotti, invece, è stato eletto in Dl, giusto un anno fa il passaggio a Idv ed ora quello all’Udc. Idv, quindi, ha avuto una piccola parentesi all’interno dell’assise tra i banchi dell’opposizione. Bomparola e Fusaro, dopo lo strappo con i Ds, decisero di costituire i Verdi insieme a Bruno e Vuono eletti nell’Ulivo per Acri. Bruno e Bomparola, però, sono stati ambientalisti per poco tempo ed ora sono Indipendenti ma vicini alla maggioranza, diciamo Pd. Diverso il discorso per Manes dello Sdi che, da pochi giorni, è confluito nel Pd seguendo, quindi, un percorso naturale. Circa un anno fa, Fi torna in assise grazie a tre ex Udc che, da qualche giorno, può contare su cinque esponenti.
A conti fatti il premio di fedeltà spetta, dunque, a De Vincenti, Cerlino e Straface dell’Udc, Morrone del Pdci e Pettinato di Rc, compreso, poi, gli ex cinque Ds, compreso il sindaco, e lo Sdi che hanno seguito le direttive nazionali. Ed anche la giunta mostra molte anomalie. Udeur e Sdi non solo non hanno riferimenti in assise ma oramai non fanno più parte della nuova coalizione così come Verdi, Pdci e Rc che sembrano aver preso una via diversa da quella del Pd. Al sindaco, al quale tutti stanno dicendo di prendere atto della nuova situazione politica, l’ingrato compito di eliminare contraddizioni e ambiguità.