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La pala del centunista.

Angelo Sposato
Foto © Acri In Rete
I “centunisti”. Un tempo questo tipo di operai, poco più di un centinaio, in servizio anche oggi presso il nostro comune per circa 150 giornate l’anno, era soggetto alla derisione e l’ironia di gran parte dei cittadini acresi, a causa dello scarso lavoro ad esso assegnato ed il conseguente stravaccamento, specie nelle giornate di pieno sole.
L’idea su di essi, però, sta cambiando. Infatti, sempre più gente ritiene il loro servizio disutile, per come viene gestito, e dispendioso di denaro pubblico, poiché oltre ripulire i bordi delle strade in tempi molto diluiti e dileguati, le loro funzioni si esauriscono in altre poche direzioni, tutte molto generiche e superficiali. La responsabilità principale va, certamente, ricercata in quei dirigenti comunali che dovrebbero indirizzare il lavoro di questi operai verso una produttività migliore e maggiore, tenendo sempre conto che la collettività, con le tasse, dà modo d’essere al loro status di “centunisti”.
Ma la questione, oggi, viene interpretata anche sotto prospettive nuove, non solo dal punto di vista dello spreco, poiché parte della cittadinanza acrese si pone molte domande ed anche perché gran parte ha vissuto e vive una condizione di emigrante o di lavoro mal retribuito.
Vedere in questo periodo, in diverse zone, file d’auto come proscenio a questi lavoratori, che esprimono la loro irrisoria fatica in pochi metri di cunette ripulite, fa pensare, a molti, alla mancanza di dignità di queste persone, assuefatte, ormai, al giudizio negativo ed incattivito della gente che sofferma lo sguardo e la conseguente riflessione sul loro fumettistico adoprarsi a caricatura di operai, trasformato in una sorta di bivacco, mi ripeto, per nulla dignitoso.
Ad essi non si chiede di fare il doppio del lavoro, ma di avere un moto d’orgoglio e di chiedere loro stessi una funzione lavorativa più produttiva, degna e meritata, e che essa non sia la solita manifestazione di assistenzialismo studiata dai politici per tornaconto elettorale. Altro punto è la presenza da più di vent’anni di molti di questi operai e la domanda viene come occhi spalancati al mattino: ad Acri sono soltanto loro i disoccupati? Pare di no. Ed allora, come mai non c’è mai stato una sorta di ricambio netto in tanti anni, dando anche ad altri la possibilità di cimentarsi nell’arte ed il mestiere del “centunista”?
I nostri amministratori farebbero bene a ripensare in maniera più responsabilizzata queste figure di manodopera nella pubblica gestione… anche perché Bossi è Ministro delle Riforme!

PUBBLICATO 08/05/2008

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