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Acri e il treno dei fondi europei.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
I finanziamenti europei nel programma 2007 - 2013 sono stati da tutti definiti l'ultima occasione utile per attingere a una fonte ormai inaridita. Eppure ad Acri sembra che non vi sia la profonda consapevolezza di quanto importante sia vidimare il biglietto di questo ultimo treno. Chiedere soldi all'Europa vuol dire farlo sulla base di un complessivo progetto di sviluppo.
Chiedere finanziamenti a spizzichi e bocconi per realizzare un ponte, una strada o una piazza significa non aver imparato la lezione. Magari può servire a un impatto immediato, ma alla lunga queste opere risulterebbero fini a sé stesse e si perderebbe l'ennesima occasione. Ma anche per impostare un disegno di crescita nella più ampia visione occorre dar fondo a tutte le energie che la comunità è in grado di esprimere. Questo disegno dovrà essere realizzato con il concorso di tutti, affinché tutti lo sentano proprio.
Ora, nonostante i tempi straordinariamente compressi, ad Acri non si avverte certo quel fermento che dovrebbe accompagnare scelte così importanti. L'amministrazione comunale magari avrà pure una sua idea, ma se è così nessuno la conosce e non si può certo dire che abbia promosso un dibattito pubblico sulle linee di impostazione generale.
Se sta lavorando su qualche idea, è stata certamente partorita nelle stanze di palazzo Gencarelli, sicuramente non dal confronto pubblico con associazioni e cittadini. Insomma, quel coinvolgimento collettivo che tutti auspicano viene clamorosamente smentito nei fatti.
Tuttavia se l'amministrazione comunale, in tal senso, ha le sue responsabilità, altri non possono certamente defilarsi.
Le associazioni di categoria e i partiti politici infatti in questo caso non hanno certo brillato per spirito di iniziativa. Quando punteranno il dito contro l'amministrazione comunale, rea di non averli coinvolti, e certamente lo faranno, dovranno comunque ricordare che potevano assumere loro stessi quella iniziativa la cui mancanza addebitano al governo municipale.
Di questo passo si arriverà a reiterare storici errori che hanno finora inibito la crescita del centro presilano. Per non perdere i fondi, si presenteranno progetti “pur che sia”.
Allora vi sarà l'italica corsa allo scaricabarile e l'ultimo treno, l'unico puntuale, sarà già fermo alla prossima stazione.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 09-05-2008.

PUBBLICATO 09/05/2008

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