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AmphiteAcri in sordina, e per il futuro cosa accadrà?

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
A differenza di quanto accaduto nelle precedenti occasioni, l'edizione2008 di “AmphiteAcri” non legittima un particolare entusiasmo. Per la rassegna estiva di spettacoli nell'anfiteatro di “Via della Sila”, promossa dall'amministrazione comunale, non si può certo parlare di successo. Intanto per un calendario di eventi assai meno ambizioso rispetto al passato, poi per un numero di presenze che certo non può essere considerato da guinness.
Nel tabellone quest'anno è stato infilato di tutto, anche spettacoli che generalmente finivano nell'introduzione estiva dell'“Estateacrese”, che quest'anno non si è tenuta. Vi sono stati solo tre concerti di richiamo e due hanno registrato un autentico insuccesso di pubblico, al di là delle valutazioni di parte che si possono fare. Tra l'altro, due dei tre artisti, cioè Massimo Ranieri e Gianluca Grignani, ad Acri erano già stati qui pochi anni fa. Solo Ranieri quest'anno ha fatto il pienone, per il resto solo delusione. Gli amministratori non possono dirlo ufficialmente, ma i risultati deludenti di una serie di eventi che in altri anni catalizzava flussi valutabili intorno alle cinquantamila presenze turistiche, dipendono da una sorta di miopia che prima o poi si doveva manifestare.
Se quest'anno Acri non ha potuto ospitare cantanti in grado di riempire la struttura, è stato perché la Regione ha stretto i cordoni della borsa. E qui sta l'errore delle amministrazioni comunali, soprattutto di quella attuale. Se si lega il destino di AmphiteAcri all'erogazione dei fondi regionali, se ne decreta inevitabilmente il suo fallimento nel tempo. Non si può pensare di attingere a piene mani ogni anno alle casse regionali,soprattutto in tempi di congiuntura come quella che stiamo vivendo. Voler rendere “AmphiteAcri” una rassegna storicamente longeva e di successo significa sganciarla dai bilanci aleatori della Regione. Significa cioè creare una fondazione o un ente autonomo, con un proprio organigramma e una propria organizzazione,di cui magari facciano parte anche Comune, Provincia, comunità montana “Destra Crati” e Regione, con contributi fissi nei bilanci e in grado di garantire una vita autonoma all'iniziativa. Eppure questa idea venne proprio dal centrosinistra quando era opposizione a un centro - destra che lanciò, sia pure con un nome diverso, la manifestazione estiva.
Giunto al governo, se n'è dimenticato.

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 05-09-2008.

PUBBLICATO 06/09/2008

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