Salvatore Corallo, 51 anni, e Giampiero Canonaco di 42, sono stati condannati ieri a cinque anni di detenzione per la rapina compiuta nell’ufficio postale di Serricella di Acri. Un colpo messo a segno a ottobre del 2007 che fruttò ai malviventi un bottino da 20mila euro.
A chiamarli in causa, era stata la testimonianza di un loro complice, uscito di scena in precedenza con patteggiamento in aula. Ieri, invece, i due sono stati processati con il rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Cosenza, Livio Cristofano.
Ad operare il loro fermo, pochi giorni dopo l’evento criminale, furono i militari dell’Arma di Rende in collaborazione con quelli di Acri e il Norm di Cosenza. In quella circostanza, fu ritrovata anche l’auto usata per compiere la rapina: una Golf station wagon bianca rubata a Rende e, successivamente, abbandonata a Petrine di Luzzi. Dato il loro modus operandi, gli inquirenti li collegarono subito alla banda che, quattro mesi prima, aveva tentato il colpo allo stesso ufficio postale. In quella circostanza, però, la rapina non andò a buon fine e i malviventi erano stati costretti a fuggire senza bottino. Si era trattato di un colpo pirotecnico. I rapinatori avevano fatto irruzione nell’ufficio col viso travisato dai passamontagna.
Poi a colpi di mazza si erano fatti largo fino alla cassaforte. Uno stile criminale che gli aveva fatto guadagnare un soprannome altisonante: “banda della mazza” per quel modo originale di compiere le rapine. Niente pistole o taglierini, bensì spranghe di ferro con cui, quel il 17 ottobre avevano assaltato anche l’ufficio postale di Serricella.

Fonte "Calabria Ora" del 02/10/2008