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Lo spremio.

Angelo Sposato
Foto © Acri In Rete
Ogni volta che si avvicinano i vari premi letterari promossi dalla Fondazione Padula, mi rendo conto di quanto sia poco sfruttato un Ente come questo. Attraverso i premi in memoria dei nostri scrittori più illustri la Fondazione, a mio modo di vedere, opera nel tessuto culturale locale in maniera alquanto aleatoria, per non parlare del respiro nazionale cui si vuol spargere.
Un Ente come la Fondazione, ancora oggi, non è capace di esprimere la sua presenza nel territorio con il coinvolgimento dei cittadini e la promozione ed ideazione di più avvenimenti culturali. Come già espresso in altri scritti, non si può dare un premio a Mario Monicelli e poi dopo, in qualche modo, non mantenere la presenza del suo cinema nella vita culturale della nostra città: ai giovani, soprattutto, non rimarrà nulla. Trovo, (cosa che accade spesso ad Acri), le attività della Fondazione mere caricature di provincia dei tratti televisivi più superficiali.
Non c’è alcuna specialità che Acri offra a noi ed all’esterno attraverso questi premi. Per esempio, perché dare un premio ad un giornalista come Floris? Non sarebbe più importante, anche per il messaggio che si potrebbe trasportare, dare il premio Padula ad un giornalista come Vittorio Arrigoni, o tanti altri impegnati contro la mafia, nelle zone di guerra o semplicemente impiegati nel fare un’informazione vera. Perseverare in una filosofia legata ai nomi e non ai contenuti, col tempo, risulterà dissuasiva delle menti culturali. Altra cosa che ritengo importante è la trasformazione dei Premi da concorsi in riconoscimenti, e penso che sia Arena che Padula ne sarebbero felici, loro non amanti delle giurie. La Fondazione dovrebbe assegnare riconoscimenti agli scrittori sulla base dei contenuti delle loro opere e non dietro concorso, ché questa parola in Italia evoca attività esoteriche.
Infine, non si può tenere viva la figura di un poeta come Arena, anarchico e colto, attraverso un premio gestito in modo cattedratico ed al tempo stesso televisivo, Arena scriveva poesie sulla Calabria e anche su Moana Pozzi, questi sono esempi della sua mentalità spalancata, che adesso si vuol rinchiudere ogni due anni in una celebrazione che dimentica il suo celebrato.

PUBBLICATO 24/01/2009

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