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Educare i fanciulli alla pace. Il messaggio di “Chicco e Chiara”.

sac. Nicola Montalto
Foto © Acri In Rete
Ho letto in questi giorni un volumetto molto interessante che ha come titolo: "Il Presepio di Chicco e Chiara".
L'autore è Umile Sireno da Bisignano, laureato in Pedagogia, che conosce bene il mondo della scuola e la psicologia del bambino, essendo stato insegnante elementare per molto tempo e poi Direttore Didattico fino ad alcuni anni fà.
Anche se ha lasciato l'incarico professionale continua ad impartire loro, profondi insegnamenti di cultura e di vita, attraverso le sue pubblicazioni che racchiudono preziosi riferimenti educativi, utili non solo ai bambini ma soprattutto ai genitori e a quanti hanno il difficile compito di far maturare consapevolmente i ragazzi, e aiutarli nella loro formazione umana, culturale, sociale e religiosa.
L'ultima sua pubblicazione, stampata nel dicembre 2008 (Pellegrini Editore Cosenza) raccoglie tre racconti interessantissimi, nei quali affronta tematiche molto difficili, specie per i bambini, e argomenti di attualità quali: l'educazione alla pace, il rapporto con il mondo degli adulti, la realtà della morte, la certezza dell'Aldilà, il mistero dell'anima umana.
L'autore con la sua preparazione culturale, le sue esperienze educative e didattiche e con la sua fede, riesce ad aprire la mente e il cuore dei ragazzi ai grandi problemi di oggi, alla bellezza della fede e alla gioia della vita.
Le sue risposte ai tanti perché dei ragazzi, sono efficaci e semplici, a volte fantasiose nel linguaggio e nelle immagini, ma sostanzialmente conforme alla verità e all'insegnamento della dottrina cattolica.
Nel primo racconto: "Il presepio di Chicco e Chiara", l'autore richiama l'attenzione dei ragazzi al dramma sempre attuale della guerra, all'impegno di educarsi alla pace fin dalla più tenera età.
L'occasione viene offerta dall'allestimento del presepio in occasione del Natale.
I due personaggi del racconto sono Chicco e Chiara: due fratellini, sempre in contrasto tra di loro, che dopo aver molto discusso e riflettuto assieme ai genitori, decidono di preparare un presepio speciale ed esprimere un'idea geniale.
I bambini sono i primi a lasciarsi coinvolgere dal mistero del vero Natale che è amore e pace e da quel momento smettono di litigare e si riconciliano tra di loro.
È vero, sono i piccoli a capire il mistero di un Dio che si fa bambino e viene ad abitare in mezzo a noi.
Ancora una volta sono proprio loro, i bambini, a sconvolgere il mondo degli adulti troppo spesso egoistico, e ad indicare la strada che porta alla giustizia, alla pace e alla fraternità.
Ed ecco l'idea originale: cambiano la scena del presepio tradizionale e al posto dei pastori che portano a Gesù i loro doni, si vedono tanti soldati che corrono verso la grotta di Betlemme e vanno e deporre le loro armi ai piedi di Gesù Bambino, accogliendo così l'invito di pace che gli Angeli, nella notte Santa, hanno fatto risuonare sulla terra: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama".
Tutti nel paese andavano ad ammirare questo "strano" presepio e se ne ritornavano pensosi nelle loro case, riflettendo sul vero senso del Natale. Anche il Bambinello Gesù sembrava felice e sorridente!
È un sogno di bambini, è un messaggio forte che i piccoli vogliono far pervenire agli adulti ed ai potenti della terra, che continuano a portare in tante parti del mondo e persino nel paese stesso dove Gesù è nato, distruzione e morte.
Il racconto risponde all'impegno urgente di educarci tutti alla pace e portare le nuove generazioni a coltivare pensieri di pace e di comunione tra i popoli.
I bambini con la loro flebile voce, gridano forte al mondo un messaggio più grande di loro: il "NO" alla guerra e il "SI" alla pace che proviene da molto lontano: dal cuore stesso del Padre ed è giunto a noi attraverso il Bambino di Betlemme.
Un grazie a "Chicco e Chiara" e a tutti i bambini del mondo. Guardandoli negli occhi pieni di luce e di mistero, il cuore si apre alla speranza di un mondo nuovo.
Complimenti all'autore.
Vorrei che il libro venisse conosciuto e letto da tantissime persone e tutti né accogliessero il messaggio.

PUBBLICATO 02/02/2009

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