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Ufficio ticket: “Lasciate ogni speranza voi ch’intrate”.

Cecilia Donato
Foto © Acri In Rete
Prevenire è meglio che curare; questo slogan racchiude una verità inconfutabile, che fino ad alcuni decenni fa era recepita da una piccola parte della popolazione.
Ora, invece, il concetto della prevenzione si sta facendo sempre più ampio e tutti stanno acquisendo la consapevolezza che molte malattie possono essere evitate o sconfitte attraverso un'adeguata profilassi.
La salute è un nostro inalienabile diritto come stabilisce l'Organizzazione Mondiale della Sanità e va tutelata sin dalla giovane età. Purtroppo ad Acri, fare prevenzione, difendere la propria salute, diventa un vero Calvario che inizia dalla prima "stazione": l'ufficio ticket, appunto, che in questo periodo non riesce a garantire ai cittadini acresi (e non solo), un buon servizio. Allora, forse è lecito chiedersi, come si può far valere questo diritto quando, per pagare un ticket, prenotare una visita specialistica, occorre patire, negli appositi uffici, interminabili ed estenuanti file e spesso non è sufficiente un' intera giornata, infatti si raggiunge l'obiettivo dopo aver patito insopportabili e ignobili attese. Si avverte la sensazione di entrare dalla porta infernale di dantesca memoria "Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate."
La speranza di ogni cittadino, invece, è quella di trovare organizzazione, educazione e soprattutto impiegati che lavorino su programmi informatici aggiornati e funzionali, che riducano così i tempi operativi come già avviene in molte città italiane; inoltre è auspicabile la possibilità che si attivino ulteriori sportelli (almeno così si dice!), per sfoltire la richiesta di un'utenza sempre più numerosa e composta soprattutto da anziani e malati cronici.
In un paese civile si dovrebbe tener conto di tutte queste esigenze, assicurare il funzionamento dei servizi a tutti i cittadini indistintamente e indipendentemente dalle condizioni economiche e professionali senza ricorrere a facili scorciatoie.
Le responsabilità sono di tutti e di nessuno, certamente qualcosa nel sistema non funziona e gli unici a pagarne le conseguenze sono i cittadini, che vedono la propria dignità lesa e calpestata da tanto pressapochismo e superficialità che, come disse Oscar Wilde nel De Profundis, è il vizio supremo. Tutto ciò che si vive fino in fondo è giusto.
Allora perché non affrontare le situazioni fino in fondo? Ai posteri l'ardua sentenza!

PUBBLICATO 14/04/2009

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