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Varrise, oscar all’incapacità.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Sul finire degli anni cinquanta era nata con l’intenzione di creare il punto di riferimento intorno a cui sviluppare un polo turistico in grado addirittura di essere concorrente a Camigliatello. Ancora oggi, la Colonia di Varrise, con annessi ostello della gioventù e parco, nella parte della Sila che ricade nel territorio comunale di Acri, a pochi chilometri dal lago Cecita e da Camigliatello Silano, rappresenta invece un vero e proprio monumento all’incapacità. Nel corso degli ultimi anni se n’è scritto e se n’è parlato, talora anche a sproposito, senza tuttavia rimuovere una condizione scandalosa. Perché proprio di questo si tratta. E’ possibile che una simile struttura, dalle potenzialità smisurate, possa versare, nel collettivo disinteresse, in simili deprecabili condizioni?
Da queste parti, dagli anni sessanta alla fine degli ottanta, sono passate intere generazioni della gioventù acrese. Qui, in due turni, a luglio e ad agosto, centinaia di ragazzi hanno trascorso, con esperienze straordinarie e irripetibili, un pezzo della loro estate. All’epoca fu l’ammini - strazione comunale ha mettere le mani in tasca e finanziare l’operazione, andata avanti per più decenni. Oggi, proprio mentre l’ultimo treno dei finanziamenti europei è ancora in corsa, sembra che nessuno abbia voglia di ripensare a questo luogo e a questa struttura per ridare fiato alla boccheggiante economia locale. Osservare lo stato in cui è ridotta fa chiaramente capire perché in altri luoghi, ad altre latitudini e magari meno suggestivi, si riesca a ricavare il massimo dalla loro bellezza e qui non si abbia voglia e spirito di intrapresa semplicemente per accompagnare gli effetti di autentici angoli di Paradiso. E pensare che l’ammini - strazione comunale in carica in campagna elettorale, non un secolo fa, ma solo quattro anni e mezzo addietro, aveva coniato lo slogan di Acri come terra dei parchi. E lo sarebbe per davvero se le parole nonrimanessero stampate in vacue dichiarazioni di principio che si trasformano in veri e propri boomerang. L’intera zona di Varrise, che è di confine con il Comune di Longobucco, potrebbe diventare un volano per l’intera economia, con effetti da indotto notevoli, oltre a quelli in loco.
Ci vuole volontà e capacità di progettare e scommettere. Rilanciare Varrise non significa infatti solo rimettere mano alla Colonia, all’ostello della gioventù e al parco. Significa anche creare i servizi necessari affinché chi vi giunge in vacanza abbia tutto per non cercarlo altrove. Significa, solo per fare pochi ma illuminanti esempi, non dover andare a Camigliatello per acquistare il giornale o sperare che quello appena trascorso sia stato un inverno piovoso per avere l’acqua o ancora poter trovare generi alimentari di prima necessità senza doversi mettere in macchina e percorrere chilometri. Oggi chi ci va può solo lanciare un grido di dolore, sperando che qualcuno, magari meno assopito, possa ascoltarlo, e che gli amministratori di questa e di altre stagioni, lo portino impresso a futura memoria.




















Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 25-08-2009.

PUBBLICATO 26/08/2009

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