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Una dolce e amara riflessione… per ritrovare la “bussola”!

Cecilia Donato - Catia Scaglione
Foto © Acri In Rete
Molti di coloro che sono iscritti o semplicemente simpatizzanti del PD, dimostrano in quest'ultimo periodo un atteggiamento che va fra lo sconcerto e la confusione da una parte, e di attesa e di speranza dall'altra; e la memoria va al famoso dramma di Beckett, "Aspettando Godot", nel quale si avverte che l'attesa sarà vana l'indomani e sarà vana sempre, come citato anche qualche mese fa in un articolo sulla situazione di incertezza in cui versa il Partito.
Sicuramente la situazione politica generale e in particolare quella del Partito Democratico non è confortante. Soprattutto a livello regionale si registra un clima di preoccupazione per le "correnti" che continuano a persistere e a lacerare il Partito. Ed a livello nazionale le reazioni, a seguito delle dichiarazioni e del documento firmato da Walter Veltroni e dai settantacinque onorevoli, si sono divise tra pareri favorevoli alla possibilità di un confronto auspicato dal Dirigente del PD e posizioni contrarie di chi ritiene inopportune e anche dannose tali dichiarazioni soprattutto in questo frangente che vede il centrodestra spaccato.
Tale stato di cose ha avuto ed ha tuttora delle ripercussioni nei circoli locali; ed ecco che dopo la pausa estiva si presentano gli uomini di buona volontà spinti da un ritrovato entusiasmo e spirito propositivo a tessere le fila di un partito democratico acrese caduto nel silenzio più assordante, come si ricordava in un recente intervento sul portale di informazione locale "Acri in rete".
A questo punto è doveroso tuttavia fare un passo indietro a qualche mese fa; precisamente da aprile a luglio presso la sezione di via Anna Frank, si sono tenuti degli incontri e considerevoli sono stati gli sforzi e gli impegni di "pochi" del cosiddetto coordinamento, che si sono seduti intorno a un tavolo per confrontarsi, discutere, organizzare, proporre, con l'unico scopo di mantenere vivo un dibattito politico, sicuramente non avulso da controversie e polemiche ma pur sempre un tentativo di discussione seria e non di piazza. E a dire che di temi ce n'erano a iosa sia d'interesse nazionale che locale. La risposta ad ogni invito a partecipare rivolto ai dirigenti e non di partito è stata quella di un assenteismo totale.
In realtà si è constatato che a livello locale non esiste alcuna "volontà" nel fare politica costruttiva all'interno del centro sinistra.
Gli unici atteggiamenti ostentati sono stati di freddezza, apatia, apparente indifferenza, comportamenti poco trasparenti. Eppure in passato, anche nelle proprie e diverse concezioni, le "correnti" erano nate come porzioni di partito in cui si esercitava la dialettica e il confronto e come luoghi di partecipazione e di esercizio della democrazia, si cercava di far sviluppare e maturare un dibattito interno; le stesse tuttavia sono diventate deleterie quando hanno creato contrapposizioni e rallentamento del processo decisionale. Questo è ciò che si è verificato nel panorama acrese e non solo. Infatti sembra che tutti stiano ad aspettare, si disperdono in chiacchiere di piazza autoreferenziali e pretestuose, si parla di qualcosa per parlare d'altro. Questo parlare d'altro, in un certo senso, configura in un dibattito "simbolico", che dice e non dice, suggerisce e lascia intendere ….
Questi mesi sarebbero dovuti trascorrere non solo facendo "ordinaria amministrazione", sarebbe stato opportuno concentrarsi soprattutto nella realizzazione di un progetto di rinnovamento concreto e di alternativa all'attuale maggioranza di governo locale, che non sia solo uno slogan elettorale; inoltre si sarebbero dovuti rompere i ponti con le vecchie strutture e gli schemi mentali che hanno rovinato la politica del PD. Inutile fare gli scarica barili e dire che la colpa è sempre degli altri. La colpa è di tutti , anche perché ci si è riempiti la bocca di un auspicato cambiamento, ma che alla fine non si è voluto e non si vuole realizzare.
Chi si è affacciato nel complesso mondo della politica, con nuove aspettative, ma anche con la consapevolezza che ogni attività e processo politico hanno le proprie difficoltà, si è trovato di fronte ad un muro di gomma sordo agli inviti alla partecipazione e soprattutto al voler sposare un'idea concretamente condivisa con spirito dinamico e un minimo di entusiasmo. E invece regna sovrana la confusione: da una parte il disfattismo di chi è scettico nella realizzazione di un tesseramento trasparente libero e chi invece è fiducioso nei pacchetti-voto pronti all'occorrenza. Questo il clima, questa è la reale situazione!
Tale stato di cose si sarebbe potuto superare attraverso un lavoro di trasparenza, chiarezza e regolarità fondendo l'esperienza fondamentale dei veterani del partito, evitando gli errori fatti, e la freschezza di idee del presente nella consapevolezza che non c'è reale novità senza le fondamenta del passato. Fantasie forse di chi, come è stato già detto, è ancora all'inizio!
E invece persistono conflitti personali e di appartenenza per cui l'uno deve fare fuori l'altro con l'unico scopo di difendere la propria posizione.
Si continua a ripetere lagnosamente la solita tiritera che si vuole rompere con il passato in nome di un rinnovamento alla Gattopardo, chi non ricorda la famosa frase "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi".
Chi scrive, nella convinzione di riuscire a far convergere le diverse istanze del partito profondendo impegno e dedizione, si è vista snobbare da alcuni esponenti dello stesso coordinamento, è stata isolata e more solito anche mortificata da una finalità intesa a garantire esclusivamente ruoli e spazi prestabiliti. Non si condivide il modus operandi di coloro i quali prima se ne stanno a debita distanza e poi tentano di riallacciare rapporti per organizzare eventi di partito come se nulla fosse accaduto, ma con quale spirito?
Questo articolo "sfogo" è l'occasione per esprimere indignazione nei confronti del qualunquismo e della mediocrità di tanti che si vestono di ipocrisia e per comunicare coram populi il malessere vissuto auspicando, tuttavia, un dialogo serio e fattivo che possa aiutare a ritrovare la "bussola".

PUBBLICATO 28/09/2010

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