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Pettinato e Ferraro su Trematerra, nuovo consociativismo

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Nella discussione che in consiglio comunale, sabato scorso, ha preceduto l'approvazione all'unanimità della deliberazione con cui si dà formalmente avvio alla procedura di incompatibilità di Gino Trematerra, una “condanna” bipartisan è stata indirizzata al ricorso alla Corte d'Appello di Roma con cui invece si chiede che Trematerra venga dichiarato decaduto da europarlamentare.
Il ricorso è stato firmato da due cittadini, Pietro Pettinato e Angelo Ferraro, e sarà discusso il prossimo 29 febbraio.
Apprendiamo con sgomento – scrivono i due in una nota – le conclusioni dell'ultimo consiglio, nel quale si sono confuse tra loro le coincidenti dichiarazioni di voto di maggioranza e minoranza, improntate al più becero consociativismo e dove è scomparsa definitivamente l'opposizione e la sua funzione di controllo”.
Per Ferraro e Pettinato, “nell'ultimo consiglio, si sono visti consiglieri di maggioranza e di opposizione attaccare i due cittadini che, mediante l'esercizio dell'azione popolare promossa a loro spese dinanzi la Corte d'Appello di Roma, hanno reclamato legittimamente il rispetto e l'osservanza delle leggi, anche da parte dei potenti qual è Gino Trematerra, il quale, se lo avesse voluto, avrebbe dovuto dichiarare l'incompatibilità nel termine di trenta giorni dalla pubblicazione della nomina sulla Gazzetta ufficiale e da allora rimuoverla mediante le dimissioni dalla carica alla quale rinunciava”.
Al consigliere del Pd Mario Bonacci, che ha definito un errore politico il ricorso, i due rispondono che “il ricorso all'azione popolare non è un errore, perché l'esercizio dei diritti costituzionali da parte dei cittadini non è che l'espressione più alta della sovranità popolare che appartiene al popolo”.
Si tratta di un'azione “esercitata da due semplici cittadini esponenti della società civile stanca di vedere accordi sottobanco tra i partiti, i cui rappresentanti avrebbero potuto e dovuto esercitare l'azione popolare, prima che lo facessero semplici cittadini per ristabilire la legalità che tutti devono osservare”.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 15-2-2012.

PUBBLICATO 15/02/2012

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