Tremendamente complicata e lunga. E’ la vicenda che coinvolge il sindaco di Acri nonché eurodeputato, Gino Trematerra. Come risaputo le due cariche non sono compatibili tanto che nel dicembre 2011 Trematerra optò per la seconda dopo essere stato proclamato parlamentare europeo a metà febbraio 2011. Il nocciolo della vicenda sta proprio in questa date.
Da qui è partito il ricorso di due cittadini acresi che hanno contestato a Trematerra modi e tempi. E giovedì scorso la Corte di Appello gli ha dato ragione. L’opzione, secondo i giudici romani, sarebbe dovuta avvenire dopo trenta giorni dalla proclamazione, quindi Trematerra, difeso da Oreste Morcavallo, è decaduto da europarlamentare. L’esito del ricorso è giunto proprio alla vigilia del consiglio comunale che ieri avrebbe dovuto ratificare la decadenza da sindaco per evitare il doppio ruolo. Ed, invece, i venti consiglieri si sono ritrovati a discutere, e poi ad approvare, un altro ordine del giorno, ovvero la sospensione dell’incompatibilità in virtù dell’esito del ricorso. In sostanza, Trematerra, che era assente per motivi personali, resta sindaco di Acri.
La delibera è stata votata dalla sola maggioranza, Udc, Pdl e Psi. Ma la vicenda avrà un seguito. E’ probabile, difatti, che il consiglio comunale dovrà riunirsi nuovamente se lo stesso Trematerra deciderà di rivolgersi alla Cassazione. La maggioranza ripartirà da capo, ovvero dovrà portare in consiglio un ordine del giorno riguardante l’avvio di incompatibilità tra sindaco ed eurodeputato. Il tutto dovrebbe avvenire entro trenta giorni dalla notifica dell’esito del ricorso. Già il ricorso, un atto condannato da tutte le forze politiche, presentato da due liberi cittadini e non giammai da esponenti politici, amici o avversari di Trematerra che in qualche modo possono trarre vantaggio della sue eventuale decadenza da eurodeputato.
La città di Acri rischia di perdere una grande occasione, quella di annoverare, per la prima volta nella sua storia, un eurodeputato.