Niente alibi, niente scuse, niente attese né rinvii da parte di chi, come me, crede nel futuro del nostro paese. E’ tempo di cambiare.
Il vuoto di credibilità della politica – di qualunque colore – e la sua evidente mancanza di proposte all’altezza dei tempi, sono ormai troppo evidenti per non tenerne conto, anche nel nostro paese.
Il consiglio comunale, per esempio, è, da tempo, alla spasmodica ricerca di una rotta da seguire, persa ormai da tempo. Il sindaco facente funzioni, l’intera giunta e tutti i consiglieri comunali cercano di dare un indirizzo politico amministrativo che, giorno dopo giorno, determina dopo determina e soprattutto consiglio dopo consiglio, non riescono a dare.
Assistiamo, tutte le volte che si riunisce il civico consesso, a delle scenette a dir poco imbarazzanti e ascoltiamo interventi fotocopia da parte di consiglieri “ballerini”, che invece di autocensurarsi discutono del nulla.
Consiglieri comunali che non contenti del “loro” partito decidono di intraprendere un “nuovo” percorso, invece di dare spazio a “nuove voci”, come se la politica fosse qualcosa di proprietà privata.
Nelle piazze si chiede di dare spazio ai giovani perché rappresentano il futuro del paese, ma, in virtù del silenzio di molti giovani consiglieri, mi sono convinto che l’età non è un fattore preponderante. Lo scorrere del tempo, infatti, non è necessario sintomo di chiusura mentale, anzi spesso accade che siano proprio i giovani, ai quali si dovrebbe demandare il compito di prendersi “cura” del nostro paese, ad avere una mentalità “superata”, non innovativa.
È tempo di dar spazio a chi potrà realmente salvaguardare questo nostro tormentato territorio con idee innovative ma soprattutto con la voglia di far qualcosa, perché se il cittadino non si occupa della “sua” cosa pubblica, il territorio è destinato a diventare un "dormitorio" in attesa della prossima stagione estiva, quando i "nuovi migranti" faranno di nuovo visita ad un paese che non riconosceranno, perchè destinato a diventare “un paese morto”.
È notizia di questi giorni che un altro servizio essenziale ha abbandonato il nostro territorio: è il caso dei pullman che da Acri portano, anzi portavano a Roma. I numerosi passeggeri acresi, infatti, per recarsi a Roma, saranno costretti a prendere la navetta che li accompagnerà a Firmo da dove potranno prendere il pullman che terminerà la sua corsa nella città eterna.
Questo è solo uno dei numerosi casi in cui le aziende, nel rispetto del loro interesse, tagliano o riducono dei servizi fondamentali, con l’aiuto di politici di turno, che mettono sempre di più il cittadino alle strette, soprattutto nelle piccole comunità come la nostra.
Quindi il problema, così come evidenziato nell'intervento finale di un consigliere di maggioranza, non è la visibilità che un giornalista potrebbe dare a questo o a quel politico attraverso qualche articolo di giornale, ma è quello di risolvere le problematiche che ogni giorno si presentano.
«Per cambiare la politica dobbiamo mettere in discussione le bugie vitali su cui poggiano le nostre esistenze». (Paul Ginsborg)