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Ospedale e Covid19, la commissaria Bettelini mantenga gli impegni

Foto © Acri In Rete
Carlo Guccione
È ormai evidente che la nostra regione è arrivata totalmente impreparata alla seconda ondata della pandemia.
Il Piano Covid c’era, lo sanno tutti, ma è rimasto sulla carta, inattuato.
Dobbiamo anche ammettere, alla luce di una attenta lettura del Piano di contrasto Covid ospedaliero e di quello della sanità territoriale, che erano stati concepiti in modo minuzioso, ospedale per ospedale con percorsi dedicati per ogni Pronto soccorso, radiologie e tac dedicate, provincia per provincia per i servizi territoriali. Per coprire queste inefficienze e macroscopiche responsabilità oggi si pensa di gettare fumo negli occhi ai calabresi con gli ospedali da campo.
Mentre esistono strutture ospedaliere già pronte a poter accogliere pazienti Covid non gravi, come ad esempio il nosocomio di Acri.
Nei giorni scorsi proprio all’ospedale di Acri è stato effettuato un sopralluogo dalla commissaria dell’Asp di Cosenza, Simonetta Cinzia Bettelini, e dai suoi collaboratori ma ancora nulla è stato fatto rispetto agli impegni che sono stati presi per poter ospitare all’interno del presidio 16 pazienti Covid non gravi nel reparto di Chirurgia.
Siamo preoccupati che, ancora una volta, tutto possa tradursi in una semplice passerella da parte dei responsabili che dovevano attuare il Piano Covid.
Ci troviamo ancora oggi in una situazione di totale emergenza in cui sono saltati i tracciamenti, le terapie intensive e sub intensive scoppiano, gli ospedali spoke e hub non sono in grado di far fronte a tutti i ricoveri.
Si superi rapidamente tutte le eventuali difficoltà per allestire il reparto Covid nel presidio ospedaliero di Acri.
Questo potrebbe aiutare a smaltire le lunghe file nei Pronto soccorso.
La stessa cosa andrebbe fatta per tutti gli altri ospedali come Lungro, Mormanno, Trebisacce, Praia a Mare, Cariati e San Giovanni in Fiore assumendo, ovviamente, personale medico, paramedico, infermieristico e tutte le attrezzature necessaria per la cura dei pazienti.
Si costruisca una vera e propria rete Covid anche perché non è da escludere che a questa seconda ondata ne possa seguire una terza che sarebbe, tra l’altro, ancora più difficile da affrontare visto che andrebbe a coincidere con l’insorgere della stagione influenzale.
L’Asp si mobiliti e superi rapidamente tutte le difficoltà e i problemi che oggi impediscono di attivare questa importante rete Covid territoriale e ospedaliera.

PUBBLICATO 27/11/2020





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