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Acri e i giovani: il silenzio di chi parte, il rumore di chi resta immobile

Foto © Acri In Rete
Francesco Pellicorio
Non servono più i numeri per descrivere ciò che è ormai evidente: Acri si sta lentamente svuotando. I giovani lasciano il proprio territorio in modo silenzioso, continuo, quasi rassegnato.
Non per mancanza di coraggio, ma perché viene meno, giorno dopo giorno, la fiducia in un sistema capace di offrire prospettive concrete. Nel frattempo, la città appare immobile. Le piazze si svuotano, le case si chiudono, e le partenze diventano routine.
La politica locale, nella sua forma attuale, osserva spesso senza reagire, limitandosi alla gestione dell’ordinario. Confonde la continuità con la visione strategica, il mantenimento con la costruzione del futuro. 
La vera emergenza non è solo la partenza dei giovani, ma l’assuefazione della comunità alla loro assenza. Una città che si abitua a vederli andar via senza battere ciglio rischia, col tempo, di perdere non solo le sue energie migliori, ma anche la propria identità e la propria funzione sociale. Serve un cambio di passo.
Non proclami, non ottimismi forzati, ma azioni concrete: infrastrutture adeguate, opportunità professionali, spazi culturali, luoghi di confronto.
Ma prima ancora serve una visione del futuro: chiara, coerente, costruita con e per chi in questo futuro dovrà vivere. Serve sobrietà. Serve ridefinire il senso della politica come servizio, non come ambizione personale. Una politica che torni a essere ascolto, presenza, responsabilità quotidiana. 
A chi ha scelto di restare, dobbiamo offrire motivi reali per continuare a crederci. A chi è partito, dobbiamo almeno dare una ragione per pensare di tornare. 
Non si tratta solo di invertire una tendenza, ma di restituire dignità a una generazione troppo spesso lasciata sola. 
Questa riflessione nasce dalla consapevolezza che Acri non può più permettersi l’indifferenza.
I giovani non devono più essere costretti a scegliere tra andarsene o rassegnarsi.
È tempo di interrompere il silenzio.
È tempo di mettere fine alla disillusione.
È tempo di ricominciare.
Con serietà. Con coraggio. Insieme.

PUBBLICATO 16/07/2025





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