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Conti privati e conti pubblici. Il Dottor Jekill e Mister Hyde dei bilanci

Foto © Acri In Rete
UDC Acri
All’esito di un’accesissima e penosa seduta consiliare la cittadinanza acrese ha conosciuto perfettamente il principale responsabile dell’accertato dissesto finanziario pronunciato dalla Corte dei Conti sezioni riunite in sede giurisdizionale con l’ormai famosa sentenza n. 25/2016, ovvero il sindaco Tenuta e tutta la sua maggioranza. Malgrado le dettagliate e puntuali censure mosse dai consiglieri di minoranza (in particolare Anna Vigliaturo, che conosce i fatti direttamente per essere stata revisore e assessore al bilancio) il nostro primo cittadino, con fare nervoso ed approssimativo ha cercato in tutti i modi di arrampicarsi (come sempre) sugli specchi, travisando gravemente la realtà dei fatti per come emersa nella succitata sentenza della Corte dei Conti.
Puntare gratuitamente il dito contro le precedenti amministrazioni, anziché assumersi le proprie responsabilità politiche ed amministrative, la dice tutta sulla pochezza di un uomo che negli ultimi anni si è contraddistinto solo per essere saltato da un movimento a Forza Italia prima, a Grande Sud di Alberto Sarra poi, per finire ma non è detta l’ultima parola all’NCD dei fratelli Gentile, con il solo fine di restare attaccato alla poltrona.
Come si fa a negare l’evidenza innanzi ai precisi e puntuali rilievi mossi dalla Corte dei Conti sull’operato dell’attuale amministrazione Tenuta e dei suoi tanti valenti e remunerati consulenti?
Nel merito, le censure contenute nella delibera della Corte dei Conti sono infatti incentrate esclusivamente sul nuovo elemento della “erronea doppia contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità”, elemento ritenuto dalla Corte “assorbente rispetto a tutti gli altri rilievi mossi in precedenza” capace di determinare da solo l’incongruenza del piano di riequilibrio e quindi la mancata approvazione dello stesso.
Vi è di più. Questo errore contabile, definito dalla Corte “grossolano e artificioso” che ha reso inattendibile le misure contenute nel piano, precludendo ogni possibilità di valutare positivamente l’evoluzione del risanamento dell’ente da parte della Corte dei conti, potrebbe essere identificato anche come possibile dolo.
Il tentativo goffo e pacchiano di cercare di addossare responsabilità uniche verso chi, da anni e per molto tempo, ha lavorato per aumentare il livello di qualità della nostra comunità, si è manifestato con la precisa volontà di non portare nella discussione chi ha avvelenato i pozzi rendendo questa nostra cittadina apatica, depressa e senza un progetto per il futuro.
Pur innanzi alle oggettive difficoltà economiche che da tempo ormai interessano tutti i comuni italiani, la gestione dell’attuale amministrazione si è esclusivamente incentrata sulle esternalizzazioni di alcuni servizi (a partire dalla storica questione di Acritransport che negli anni ha portato ad una lievitazione dei costi), anziché seguire qualche altra gara che avrebbe potuto dare significativi cambiamenti in altri settori, quale quello della rete fognaria e depurazione. Anche in questo caso il finanziamento era stato ottenuto grazie all’impegno dei nostri rappresentanti e non certo per merito dell’attuale amministrazione.
Purtroppo la menzionata gara non ha  avuto l’esito desiderato o sperato, con l’ulteriore conseguenza della mancata corresponsione di laute parcelle a favore di qualche “funzionario comunale”.
E tralasciamo per il momento la questione degli incarichi legali e degli affidi diretti.
Mal si comprende come uno “stimato” commercialista, che cura diversi interessi privati con successo, non abbia saputo curare gli interessi pubblici della nostra comunità.

PUBBLICATO 30/12/2016





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