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Le Sardine calabresi si organizzano


Foto © Acri In Rete



Superare la frammentazione a sinistra e fare uno sforzo di convivenza per il bene comune”.
Facile a dirsi complicato a farsi, ma questo è lo spirito del movimento delle Sardine ribadito ieri da Jasmine Cristallo, calabrese e volto nazionale del movimento, all’assemblea organizzata dalle Sardine Cosentine al DAM dell’Università della Calabria e introdotta dal referente locale Mario Sposato. All’indomani del voto regionale del 26 gennaio, le Sardine calabresi non ci stanno a fare autocritica: “io ho votato – ammette Cristalloma non mi sento di biasimare chi non l’ha fatto.
Il centrosinistra in Calabria ha perso le elezioni perchè sono prevalsi i personalismi
”.
Il risultato era scritto, la matematica non è un’opinione: sei liste da una parte (Santelli), tre dall’altra (Callipo), e in più altri due candidati (Tansi e Aiello).
L’unità avrebbe portato un valore aggiunto, forse avrebbe riavvicinato gli astensionisti, forse le Sardine si sarebbero schierate.
Forse il centrosinistra avrebbe perso comunque, per la “legge” dell’alternanza. Forse.
Intanto è andata diversamente e la Lega è entrata per la prima volta in Consiglio regionale, per quanto non abbia ottenuto il plebiscito che si aspettava.
Ecco, se un merito c’è stato, è stato l’argine alla Lega che, numeri alla mano, ha dimezzato i suoi consensi rispetto alle europee del 2019.
Merito anche delle piazze anti-Salvini che in Calabria si sono moltiplicate, dalla protesta dei balconi del maggio scorso (lanciata proprio da Cristallo) fino alla manifestazione di Cosenza del 24 settembre (al grido di “Stutamu Salvini”): il flash mob delle Sardine il 30 novembre è stato solo uno degli ultimi appuntamenti.
La Regione è persa ma il sogno di una Calabria diversa non si ferma, anzi, riparte proprio da qui.
Riparte da una forte critica alla legge elettorale calabrese, che lascia senza rappresentanza il 15% degli elettori, scoraggia la partecipazione attiva delle donne, impedisce il voto disgiunto, non agevola i tanti calabresi fuorisede nell’esercizio di un diritto.
Modificare la legge non basterà a recuperare gli astensionisti e a dare una rappresentanza degna di questo nome ai calabresi, ma per le Sardine è un imperativo, chiunque sia al governo.
Si riparte poi dai territori e dai temi del diritto allo studio, al lavoro, alla salute, alla mobilità.
E da una diversa “narrazione” della Calabria e del Sud, terra di contraddizioni, ma non terra di nessuno come spesso viene descritta dai media nazionali, piuttosto una regione dove si vive, si studia, si lavora, si fa cultura, associazionismo, politica dal basso.
I meridionali non sono meno cittadini degli altri, ma devono prenderne coscienza prima di tutto loro stessi: è una lunga e lenta rivoluzione culturale, che è già iniziata, in forma molecolare e non organizzata.
L’assemblea dura circa due ore, gli interventi sono tanti e qualcuno si perde nei massimi sistemi.
Alla fine però gli organizzatori sono soddisfatti: il gruppo whatsapp si arricchisce di nuovi numeri di telefono.
Crescere ancora, coinvolgere, includere, riconnettere, nel tentativo di riaggregare un mondo di sinistra che anche in Calabria ha mostrato di esistere: da qui alle prossime regionali, magari, qualcosa può succedere.
Se non altro, per la legge dell’alternanza.

PUBBLICATO 07/02/2020  |  © Riproduzione Riservata




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