RACCONTI Letto 1926

Scarpette blu


Foto © Acri In Rete



Ero una bambina bionda con gli occhi verdi, i miei genitori mi concepirono in un giorno di inizio autunno, dove le foglie iniziavano a staccarsi dagli alberi e un nuovo inverno era alle porte.
Avevo 13 anni, un'eta' nascosta tra le lentiggini di una bambina adolescente, ma con gli occhi di una ragazza che stava iniziando a crescere.
Amavo viaggiare con la mente, mi rinchiudevo spesso nei miei pensieri e vacillavo tra i solchi di un amore adolescenziale di inizio estate, che prendeva forma ogni qual volta venivo sommersa dal richiamo del sorriso di quel ragazzetto birbante e tenero che conobbi casualmente un giorno a scuola.
I miei genitori non stavano piu' insieme e io andavo su e giu' tra le scale di quelle due case divise un po' per amore, un po' per odio.
All'eta' di 11 anni, mi dissero che si sarebbero divisi e io presi quella notizia come un boomerang che rimbalza ripetutamente, ma che ritorna indietro e scappai a piangere in giardino, nascondendomi tra le lacrime e i ricordi dei loro momenti vissuti insieme e quelle litigate mattutine, forse indice di un rapporto finito da tempo.
Avevo 13 anni, erano passati due anni da quella dura realta', che nel tempo prese forma e abitudine nelle proprie norme.
Mi dividevo tra le uscite pomeridiane con la mie amiche, incontri che colmavano ogni forma di solitudine adolescenziale e quel ragazzetto conosciuto a caso un pomeriggio di inizio estate a scuola.
Presi la separazione dei miei genitori come una risorsa, parlandone con le mie amichette come un valore quasi aggiuntivo rispetto a loro, trasformando quello che sembrava un dramma, un'arma per diventare piu' grande.
E parlavo anche con la nonna paterna, unica rimasta, dove mi rifugiavo spesso per rubarle qualche pezzo di torta e mangiarlo di nascosto, approfittando della sua saggezza per chiarirmi e spiegarmi che a volte l'amore finisce e bisogna prendere atto che due non possono stare insieme senza amarsi.
Allora io mi sentivo meno sola, capivo che l'amore era alla base di tutto e se i miei genitori non fossero stati più insieme, non era giusto farlo forzatamente, senza nessun altro motivo piu' ovvio.
Mi fermai un attimo a riflettere e pensai che anche io stavo iniziando a capire gli adulti e che ai miei occhi, i miei genitori erano belli comunque e che li volevo bene a priori, perche' sapevo che loro ci sarebbero stati nonostante tutto.
Finì l'estate e con un libro sotto le braccia e le mie scarpette blu indosso, mi rifugiai sotto un albero per leggere la storia di un eroe che salvo' il mondo da un disastro ambientale catastrofico e mi guardai intorno capendo che io potevo salvare qualcosa, salvare l'amore dei miei genitori, perche' da quell'amore ormai passato nacqui io e presa da un fremito di gioia, iniziai a correre il piu' velocentemente possibile con le mie scarpette blu, per raggiungere Igor, quel mio primo amore adolescenziale che mi aiuto' a dimenticare e superare tante insicurezze dettate dal tempo.
Era Ottobre e ora potevo iniziare a pensare alla scuola e ai miei primi progetti di vita della mia giovanissima eta'.
Presi le mie scarpette blu, le indossai e capii che un nuovo viaggio stava iniziando.

PUBBLICATO 11/10/2020  |  © Riproduzione Riservata




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