RACCONTI Letto 1839

La luce dell'anima


Foto © Acri In Rete



Mentre i ricordi fluivano tra le vesti del passato, guardavo avanti per guarire ogni ferita e ogni minuscola porzione di vita prendeva forma tra l'amore verso se stessi e gli altri, come risoluzione per ogni pensiero incupito. Non sempre cio' che riscalda il nostro cuore rende atto ad ogni nostra fragilita'. Erano passati anni da quando diventai una solida donna, con i principi di chi fosse stata segnata nell'anima e la sagezza costruita nel tempo. Mi ritrovavo a formare il mio futuro, osservando gli altri e chi mi circondava, con la consapevolezza nel rendere la positivita' di ogni incontro fugace nel tempo. Mi ricordo un giorno, camminando tra la foresta del tempo, che mi ritrovai a confrontare con il rumore del vento, che tintennava soave tra i percorsi del mio sguardo spento. La luce tra i mie capelli raccolti per segnare la strada di ogni sgomento, non era altro che la speranza, che bussava alla porta della mia vita, per ricordarmi, che ancora c'era spazio per credere in un nuovo momento. La luce dell'anima non vive da sola se non conosce motivo per vivere nel tempo, ma si rende piu' luminosa, se ogni scelta trova forma e spazio per imparare a non perdere mai piu' tempo. Il tempo perso non si recupera, ma possiamo renderlo vero e meno triste, se decidiamo di viverlo in ogni momento. Viaggiavo inconsapevolmente come le foglie in autunno, per trovare nuovi colori e nuove forme per ogni scalpore e dare speranza e fiducia per ogni forma d'amore. Scrivevo per immagazzinare i ricordi e segnalare, che oltre il dolore del corpo, c'e' quello dell'anima, che non solo ferisce la mente, ma blocca ogni singola speranza che impartisce ogni viaggio smarrito come un segno. Ma non mi sentivo smarrita, anzi, da chi pensavo che avrebbe potuto fare a pezzi ogni singolo punto che riguardasse la mia vita, aveva sottovalutato che, difronte aveva una 'Forza' piu' grande, che aveva reso quella Donna ancora piu' forte, come punto di orgoglio e di rinascita da un corpo schernito e indebolito dal tormento. E' vero, le forze mancanti avevano preso la meglio su un corpo colpito dal mal tempo, ma come ben si sa', ogni singola goccia di pioggia, sarebbe scivolata sul mio corpo ferito da una malattia imponente. Era giunta l'ora di scrivere per darmi ancora tempo e sicuramente, nel mio viaggio di scrittrice senza tempo, non avrei desiderato altro che vivere ogni istante come un eterno momento.

PUBBLICATO 29/11/2020  |  © Riproduzione Riservata

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