Il sindaco Capalbo, a caccia di voti, vuole far tacere i medici dell’ospedale

![]() Il sindaco di Acri, sentendosi smascherato dal mio intervento col quale denuncio la chiusura del reparto chirurgia dell’ospedale di Acri, per consentire l’apertura del reparto Covid, reagisce in modo irritato ed attribuisce a me le sue ansie elettorali alzando polveroni per nascondere i suoi errori.
Non sono io a voler strumentalizzare la situazione ma è lui che vuole farlo, probabilmente per coprire il suo agire inconcludente. E’ il sindaco di Acri che sta tentando di gettare fumo negli occhi della popolazione, per finalità meramente elettorali, presentando l’attivazione del nuovo reparto Covid come se fosse la rinascita dell’ospedale di Acri. A me non interessa raccogliere la fiducia dei cittadini con promesse ingannevoli. A lui invece si, e nella sua caccia ai voti, vuole far tacere i medici dell’ospedale di Acri. Io ho solo rappresentato quello che tutti i sanitari veri che operano direttamente ad Acri, o che ne sono responsabili stanno sostenendo. E’ sbagliato realizzare il reparto Covid ad Acri, così come lo sta chiedendo il sindaco Capalbo. Nell’affermare questo, metto soltanto in pratica un principio sacrosanto in cui credo, ovvero che devono essere i medici ad assumersi la responsabilità di organizzare i servizi sanitari, non i politici o i sindaci. Non deve essere la politica a forzare la mano, come vuole fare Capalbo. Si ascolti il vero Direttore Sanitario di Acri il quale ha ufficialmente dichiarato che “è del tutto falso che presso il P.O. di Acri sia in organico un direttore sanitario f.f.”. Si ascoltino i medici che operano ad Acri e poi si decida. Su questi temi la politica deve fare cento passi indietro. Poi, su tutto il resto che richiama Capalbo nel suo comunicato stampa, ricordo al sindaco che la sanità in Calabria è ancora commissariata, e che sono proprio i comportamenti come i suoi, con i quali la sanità è stata strumentalizzata a fini elettorali, ad averci condotto nella drammatica situazione in cui siamo. Ma evidentemente c’è difficoltà a capirlo e c’è difficoltà a voltare pagina. Io sono in politica per farlo. Il sottoscritto interpreta l’agire politico come attività seria, concreta e non fanfarona. Nella sua grande rilevanza, la politica deve comprendere che ci sono ambiti nei quali le scelte non gli competono ma devono essere operate dai tecnici, i medici in questo caso. Sono senza responsabilità sul passato perché non c’ero, ma sono pronto ad assumermi le mie responsabilità per il presente ed il futuro della nostra regione, con comportamenti profondamente diversi rispetto ai politici che hanno governato negli ultimi quarant’anni. Capalbo al contrario, li vuole proseguire, e la vicenda del reparto Covid ne è l’amara conferma. Chiarisco che non avendo alcuna remora a rappresentare personalmente al sindaco il mio punto di vista sulla questione del reparto Covid nell’ospedale di Acri, né ad approfondire l’argomento con lui, accolgo la sua disponibilità ad incontrarci ed attendo che fissi il giorno e l’ora per l’appuntamento in Comune. Non mancherò! Per chiudere, una rettifica a quanto affermato daCapalbonella sua smania di attribuirmi secondi fini che non esistono: non sono nato e non risiedo a Corigliano-Rossano. Risiedo da sempre a Marano Principato. Anche su questo il sindaco è manifestamente disattento e testimonia il suo modo vecchio di fare politica, alimentando rivalità tra territori che a mio avviso dovrebbero solo collaborare. Sindaco Capalbo, anche se da posizioni politiche diverse, si volti pagina in questa Calabria, adottando comportamenti nuovi. I calabresi lo meritano. |
PUBBLICATO 30/11/2020 | © Riproduzione Riservata
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