OPINIONE Letto 3319

Lettera alla redazione


Foto © Acri In Rete



La sera del 3 dicembre scorso mi recai al pronto soccorso di ACRI per accompagnare mio padre che lamentava forti dolori addominali.
Arrivati all’ingresso, abbiamo suonato, perché la porta era chiusa e dopo un paio di minuti aprirono, fanno entrare solo mio padre e a me non fu neanche permesso di aspettare nella sala di attesa.
Abbiamo aspettato quasi un’ora, io fuori dalla porta e mio padre di fronte a me dentro all’ingresso del pronto soccorso.
Dopo un po' mio padre entrò e non ho saputo più nulla fino a quando non uscì. Aspettai fuori per circa due ore, faceva anche freddo e pioveva, mio padre fu accompagnato all’uscita e l’infermiera che lo accompagnava mi diede il referto con la cura che gli era stata assegnata dal chirurgo, e, mi disse a voce, che si trattava di colecistite.
A mio padre non gli fu detto nulla sul bisogno di eventuale ricovero.
All’interno del pronto soccorso gli fu detto solo di mettere una firma ma, vista la sua età, 78 anni, non gli fu spiegato il motivo di questa firma.
Non corrisponde al vero quanto dichiarato da uno dei medicie.
Neanche a me fu detto qualcosa su eventuale ricovero, altrimenti, vedendo mio padre stare molto male, non lo avrei mai rifiutato.
Hanno fatto capire che si trattava di una cosa banale , una normale infiammazione della colecisti da non destare grave preoccupazione.
Visto anche quanto scritto sull’articolo riguardo al pronto soccorso che sia un fiore all'occhiello, ho i miei dubbi, perché il referto firmato dal chirurgo e dalla dottoressa dichiarano per iscritto che si trattava di colecistite con annessa cura farmacologica.
Intanto, mio padre, nonostante gli erano stati somministrati farmaci la sera prima in pronto soccorso, iniziò a sentirsi ancora più male e così abbiano optato per il pronto soccorso CORIGLIANO ROSSANO, dove, nonostante il periodo particolare che sta attraversando la sanità, dove medici e paramedici “sono costretti a turni pesanti” abbiamo trovato un ambiente molto diverso rispetto a quello di Acri.
E proprio in pronto soccorso a ROSSANO ho avuto la possibilità di poter parlare con il medico che visitò mio padre e che mi disse che non si trattava assolutamente di colecistite.
Riguardo sempre all’articolo del 19 dicembre, io non mi permetterei mai di dire cose false sulla sanità, soprattutto poi se si tratta di una persona cara.
Riguardo la professionalità, non so che dire, penso solo che se ci fosse stata professionalità l’ospedale di Acri non sarebbe finito così.
Alla fine di questo incubo non mi resta che ringraziare il personale dell’ospedale di Rossano, in particolare l’equipe del dottore Guzzo.
Se continuerò a leggere che ho detto cose false sulla sanità non escludo di rivolgermi alla procura.

PUBBLICATO 21/12/2020  |  © Riproduzione Riservata




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