RELIGIONE Letto 1614

Frati Minori Cappuccini


Foto © Acri In Rete



Tradizionalmente noi Frati siamo conosciuti semplicemente come “i Cappuccini”; anche il luogo nel quale sorge il convento prese lo stesso nome. Realtà simile alle altre cittadine calabresi che custodiscono le nostre case.
Se meditiamo ulteriormente, ci accorgiamo anche del fatto che nei vari dialetti noi religiosi siamo “i Monaci”.
Questo appellativo rivela una realtà storica ed anche un fraintendimento. La prima: le nostre terre sono state abitate – secoli fa – da monaci ed eremiti (il sostantivo è rimasto nel gergo comune). Il secondo: rischiamo di essere pensati come monaci, che vivono tendenzialmente in solitudine (nelle loro giornate cercano la volontà di Dio, gli rendono il culto, lo testimoniano, vivono la sua carità).
La vita francescana e cappuccina, però, è altro! Noi siamo “Frati”: cerchiamo, cioè, di vivere la fraternità (tra di noi, nella Chiesa, in mezzo al popolo, in comunione con il creato); siamo “Minori”: esso è l’attributo tanto caro a Francesco d’Assisi, una delle peculiarità del nostro Ordine; siamo, tra le altre famiglie francescane (Minori, Minori Conventuali, Terz’Ordine Regolare), i “Cappuccini” – presenti ad Acri, ininterrottamente, dalla fine del 1500.
Ci soffermiamo un po’ di più sulla minorità. Al tempo dell’Assisiate, nella società, esistevano i Maiores (ricchi, potenti, nobili) e la gente molto povera (i Minores): Francesco, da ricco, si fece piccolo, povero, di poco conto – per amore (al Creatore ed ai fratelli). Proprio come il Figlio di Dio, che «essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi» (2Cor 8,9).
Francesco desiderava questo per i propri Frati: «Tutti i frati non abbiano in questo alcun potere o dominio, soprattutto fra di loro … e chi tra di essi è maggiore, si faccia come il minore» (Regola non Bollata 5,9.12).
La minorità – accolta come vocazione e scelta come via da percorrere da Francesco e da Chiara – fu uno scandalo per la Chiesa del tempo, un disprezzo per la società e le vanaglorie dell’epoca. Ed oggi? È riconosciuta come virtù, proposta come strada valida per la salvezza del mondo?
Mi chiedo se la nostra vita cappuccina parla – implicitamente e palesemente – di minorità, di rinunce ai primi posti per custodire un bene più grande.
Mi domando – ulteriormente – se servono gli arrivismi, il carrierismo, il prestigio, il potere, i tanti soldi. Ci ricordano, infatti, le sante Scritture: «Nessuno può riscattare se stesso, o dare a Dio il suo prezzo. Per quanto si paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare per vivere senza fine, e non vedere la tomba» (Sal 48).
Le virtù – non solo quelle dichiarate “cristiane” – non fanno rumore, non appaiono; ma scolpiscono l’animo della persona umana, edificano fondamenta che nessun terremoto potrà mai abbattere, gettano ponti di bene e di comunione.
Tuffiamoci nell’avventura della carità, siamo coraggiosi nella perseveranza delle piccole cose quotidiane; ed allora, nel nostro mondo interiore ed intorno a noi, si accenderanno tante fiammelle della speranza, che nessun vento – pur impetuoso – riuscirà a smorzare.
Minori e tuttavia forti; poveri e tuttavia ricchi, piccoli e tuttavia grandi!

PUBBLICATO 09/02/2022  |  © Riproduzione Riservata

ADV




Ultime Notizie

EDITORIALE  |  LETTO 1238  
I nostri venti anni con le borse di studio
Nel 2004, era il mese di marzo, precisamente il 24, al giovane Gianluca Garotto, dottore in scienze politiche, viene in mente un’idea risultata e ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 645  
Il progetto ''Point-Italia'' ideato dal calabrese Fusaro illustrato a personalità del mondo dell'emergenza
In una Nazione come quella italiana dove le emergenze balzano agli onori delle cronache quotidianamente, assume un valore importante poter avere ...
Leggi tutto

COMUNICATO STAMPA  |  LETTO 653  
SOS chi tutelerà la nostra salute?
Da qualche giorno è stato pubblicato il decreto Occhiuto sul riordino della rete ospedaliera (Integrazione DCA 64/2016 ) che come i precedenti de ...
Leggi tutto

OPINIONE  |  LETTO 1656  
L’arte del politichese
Nonostante non viva più ad Acri e quindi non viva più attivamente la comunità, il legame per il mio paese è sempre forte. Proprio per questo con ...
Leggi tutto

EDITORIALE  |  LETTO 779  
Prima la piazza poi (forse) il Consiglio comunale
Dopo 14 anni ancora si parla dell’ospedale Beato Angelo. Più o meno lo stesso lasso di tempo della Sibari Sila i cui lavori iniziarono nel 2008 e ...
Leggi tutto

ADV