L’ascensore sociale è fermo al piano!
Che si tratti di un addio o di un arrivederci poco importa, fatto sta che la data dell’11 febbraio 2022 segna il nuovo passo della “rincorsa” alla pandemia con la decadenza dell’obbligo di indossare le mascherine all’aperto, escludendo i casi di assembramento che potranno verificarsi in occasioni particolari come mercati, fiere, eventi sportivi e davanti agli istituti scolastici nelle fasi di ingresso e uscita, solo per fare un esempio riduttivo.
Quegli stessi istituti scolastici che in terra bruzia e non solo sono stati sacrificati sull’altare delle restrizioni, annoverando la fruizione in presenza delle lezioni come attività non indispensabile, almeno nel periodo più buio della pandemia, quando le fiale dei vaccini erano soltanto dei campioni da testare per completare le varie fasi dell’approvazione in emergenza dei ritrovati ascrivibili agli studi “work in progress” della stragrande maggioranza delle case farmaceutiche, impegnate nella corsa contro il tempo scatenata dal proliferare dei contagi e dal moltiplicarsi delle vittime, sottratte a familiari e amici nella maniera più cruenta che si potesse immaginare. La falsa partenza della scuola in presenza nell’estate del 2020, spentasi in concomitanza dell’accensione delle luminarie natalizie, aveva fatto ripiombare nello sconforto la popolazione studentesca costringendola ad una nuova sessione di lezioni a distanza, nell’attesa di poter finalmente ripartire in sicurezza soltanto dopo aver assistito al dispiegamento territoriale delle fiale contenenti una risposta sufficientemente valida per contrastare il dominio del letale virus, coinvolgendola direttamente nell’estate del 2021 attraverso la somministrazione aperta anche alla fascia d’età compresa fra i 12 e i 17 anni e ulteriormente allargata lo scorso dicembre fino a raggiungere i 5 anni di età minima per sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. Sotto i migliori auspici, dunque, si è ripartiti con l’anno scolastico 2021-22 seppure con protocolli raffazzonati e prodotti dagli esperti del MIUR, che nel tentativo di far conciliare esigenze sanitarie, disposizioni governative e precarietà degli spazi destinati ad ospitare gli allievi, hanno costretto Dirigenti Scolastici, Coordinatori, Covid Manager e il personale tutto a divulgare circolari su circolari che hanno intasato le homepage dei siti internet delle rispettive istituzioni scolastiche, trasformando genitori e allievi in controllori e parasanitari impegnati a rincorrere le sempre più stringenti disposizioni con il rischio di naufragare nuovamente con l’avvento della stagione invernale. Risultato: anche nel mondo della scuola il biennio Covid ha contribuito a smascherare l’inganno di strutture fatiscenti, tenute in piedi da lungimiranti presidi divenuti Dirigenti Scolastici e successivamente capitani d’azienda impegnati nel disperato tentativo di sanare contabilità che spaziano da fantomatici contributi scolastici facoltativi che diventano “obbligatori” fagocitando il premio assicurativo individuale e il “costo” del giurassico libretto delle giustificazioni (soppiantato bellamente dalle app attivate dagli stessi istituti, che monitorano gli studenti già dalla secondaria di primo grado!), passando per i progetti PON, frapponendosi ad allievi e istituti certificatori per la corresponsione dei contributi necessari al conseguimento delle certificazioni Cambridge e, infine, porgendo il solito cappello per piatire i trasferimenti di risorse pubbliche sempre più assottigliate e ostaggio di bieche riforme vendute per operazioni di maquillage e sbianchettamento di quanto promesso e non realizzato magari inseguendo gli specchietti per le allodole della buona scuola. Qualcuno avrebbe addirittura pensato bene di approfittare dell’atavica carenza degli spazi, accentuata dall’emergenza, per tirare fuori dal cassetto progetti inerenti alla realizzazione di vere e proprie "accademie" scolastiche, con tanto di divisa e percorsi personalizzati dalla primaria alla secondaria di secondo grado, ipotizzando una sorta di cerbero a tre teste capace di attirare fondi pubblici, contributi “volontari” e sponsorizzazioni. L’ennesima violenza venduta come esclusività dell’istituzione e relativo appannaggio per il ranking della stessa, nell’eterna gara che ogni anno si scatena per la preiscrizione degli allievi alla prima classe dei vari percorsi scolastici attraverso la piattaforma del MIUR, che sul proprio sito istituzionale https://www.miur.gov.it/tasse-scolastiche/contributo si limita a redarguire le stesse istituzioni sull’illegittimità di «subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo», inteso come contributo scolastico volontario e per questo affidato allo spirito collaborativo delle famiglie che «nella massima trasparenza» vogliono partecipare «al miglioramento e all’ampliamento dell’offerta formativa degli alunni, per raggiungere livelli qualitativi più elevati». «In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare» (Don Giovanni Bosco) |
PUBBLICATO 12/02/2022 | © Riproduzione Riservata
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