OPINIONE Letto 1655

La Pace


Foto © Acri In Rete



La pace è una condizione sociale, relazionale, politica (per estensione anche personale ovvero intraindividuale, o eventualmente legata ad altri contesti), caratterizzata dalla presenza di condivisa armonia e contemporanea assenza di tensioni e conflitti. Il simbolo della pace è stato creato nel 1958 da un artista e designer britannico, Gerald Holtom, come simbolo della Campagna per il Disarmo Nucleare per diventare poi simbolo dell'antimilitarismo negli anni sessanta. Rappresenta la sovrapposizione delle lettere N e D (Nuclear Disarmament) dell'alfabeto semaforico. La Fontana del Tempo onora i primi 100 anni di pace tra il Regno Unito e gli Stati Uniti d'America, risultanti dalla firma del trattato di Gand del 1814, raffigurazione dell'Angelo della pace a Donetsk. La pace che si instaura tra due nazioni in seguito a una guerra può trarre origine dalla cessazione del conflitto per comune accordo fra le nazioni coinvolte oppure essere imposta quando il suo mantenimento è possibile sotto il rispetto di condizioni dettate dalla nazione che ha vinto il conflitto o quando la superiorità di una delle parti è tale da scongiurare qualsiasi azione di rivolta da parte della nazione in condizione di inferiorità. Il termine deriva dal latino pax (il quale a sua volta si fa derivare dalla radice indoeuropea pak-, pag- fissare, pattuire, legare, unire, saldare; alla quale sono legate anche pagare e pacare) ed è il contrapposto di bellum (guerra) in senso politico e sociologico, ovvero dello stato dei rapporti tra individui o gruppi di individui. Trattandosi di uno dei concetti più antichi e profondi in senso antropologico, il termine ha assunto significati più estensivi e generali, compresi verbi come "appacificare" e "rappacificare", con i relativi riflessivi: "appacificarsi" e "rappacificarsi". Per ulteriore estensione semantica, il concetto di pace come "non-turbamento" è poi passato dai campi sociologico e politico a quello individuale in senso spiccatamente psicologico, assumendo il significato di pace dell'anima o pace interiore, ovvero uno stato di quiete o tranquillità dell'animo umano percepita come assenza di turbamenti e agitazione. Tale pace interiore (o dell'animo) ben risponde agli antichi concetti di eutimìa (in Democrito), di aponìa (in Epicuro), di atarassia (negli stoici), di eireneusi in etiche recenti. Più specificatamente, la pace viene considerata (o dovrebbe essere considerata, secondo l'opinione corrente) un valore universalmente riconosciuto che sia in grado di superare qualsiasi barriera sociale e/o religiosa e ogni pregiudizio ideologico, in modo da evitare situazioni di conflitto fra due o più persone, due o più gruppi, due o più nazioni, due o più religioni. Non possiamo essere indifferenti difronte ad una totale devastazione del popolo Ucraino. Il termine "Pace", ci riporta a riformulare un intero bagaglio di ricordi che spesso, la storia, è stata segnata da importanti conflitti mondiali. La storia si ripete e si riformula a distanza di un secolo circa, una terza guerra mondiale devastante e preoccupante. A pagarne principalmente le conseguenze sono i bambini, soprattutto quelli malati, senza una meta ospedaliera sicura. Un conflitto europeo e anche mondiale per svariati versi, ogni nazione ha fatto sentire il proprio disappunto nei confronti di Putin, un tiranno di altri tempi, uscito fuori al mondo dopo due anni di chiusura legata ad una pandemia globale. Un terribile modo di gestire le cose, mettere da parte l'umanità e sparare contro civili, palazzi, ospedali e centrali nucleari. Una guerra attuale e che coinvolge noi tutti, con la paura di un disastro nucleare e con la paura di non tornare più sicuri come prima.

PUBBLICATO 05/03/2022  |  © Riproduzione Riservata

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