OPINIONE Letto 1943

Un triste vestito nel teatro dell'assurdo


Foto © Acri In Rete



Ci sono storie vere che fanno rabbrividire. Una di queste la sta vivendo Castrovillari, ridente cittadina del Pollino. Una storia così terribile da superare anche la fantasia del più apprezzato scrittore di romanzi noir.
La vicenda, che rivela quanto in basso possa cadere l’animo umano in questi tempi disumanizzati, gira intorno alla figura di un insospettabile avvocatessa, responsabile territoriale dell’AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti) locale. Secondo un'inchiesta giornalistica della trasmissione televisiva "Le Iene", la “nobile” signora avrebbe convinto, dopo essere diventata loro amica (si fa per dire!), due anziani genitori che la loro figlia in condizioni di fragilità, prima fosse bisognosa di tutela e che poi fosse morta. Così, mentre da una parte fa rinchiudere la povera ragazza in una struttura per malati psichici gravi, dall’altra la mefistofelica professionista approfitta della fiducia concessa dai coniugi disperati per farsi intestare la loro bella casa, con la promessa di prendersi cura e assisterli fino alla loro morte. Intanto, però, li convince (ovviamente per il loro bene) a trasferirsi in una casa di riposo (ma va!).
Con la bella casa vuota a disposizione, l’astuta principessa del foro che fa? Trasferisce baracca burattini e l’intera sua famiglia nello stabile. Una stanza se la riserva come suo studio. Mi pare giusto!
Ma, come si dice: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi! Così qualche vicino - fastidioso ficcanaso - amico della famiglia scopre la ragazza rinchiusa nella casa di cura e comincia a sospettare che qualcosa non quadri. Così, con l’aiuto del Sindaco di Castrovillari riesce a mettere insieme i pezzi del puzzle e fare incontrare agli anziani genitori la figlia che credevano morta.
La verità, piano piano, comincia ad emergere in tutto il suo squallore. Quando l’avvocatessa capisce che si sta per aprire il sipario sull’orrendo spettacolo, riporta gli anziani, nella loro casa.
La storia però non ha un lieto fine. I due coniugi muoiono nel giro di pochi giorni. Il marito, addirittura, arriva in ospedale in condizioni di trascuratezza, disidratato e pieno di piaghe da decubito.
Oggi la figlia è fuori dalla clinica, ma si ritrova senza genitori e senza più una casa. Vive in una casa famiglia, senza possedere più niente di suo ne della sua famiglia.
La Procura di Castrovillari indaga da 4 anni. Dopo il servizio televisivo qualcosa si muove. L’AMI ha preso le distanze dalla professionista, rimuovendola dall’incarico e allontanandola dall’Associazione. Un primo ma importante passo. La città farà qualcosa?
Questa vicenda, non ancora chiusa, indigna perché tocca i nervi scoperti di un' epoca nella quale le fragilità e le vulnerabilità non sono più motivo di tutela, ma diventano un’occasione da sfruttare per l’arricchimento personale di gente senza scrupoli che , in questo caso, per professione sa destreggiarsi bene nelle intricate vie della Legge.
Eppure l’avvocato compie un giuramento. “Consapevole della dignità della professione forense e della sua funzione sociale, mi impegno ad osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri della professione di avvocato per i fini della giustizia ed a tutela dell'assistito nelle forme e secondo i principi del nostro ordinamento”.
Se questo viene disatteso, la toga diventa solo un triste vestito di scena nel teatro dell’assurdo.

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PUBBLICATO 21/03/2025  |  © Riproduzione Riservata

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