OPINIONE Letto 1913

LAcrime


Foto © Acri In Rete



All’alba delle ormai datate elezioni del 2017 si guardava con crescente fiducia alla figura di un rampante neocandidato alla carica di Primo Cittadino del nostro Comune, il quale prometteva, in caso di vittoria, con slogan benauguranti che Acri avrebbe cambiato vento.
Ebbene, in un Paese bisognoso di stabilità, questa speranza di rottura rispetto al passato ha prevalso, permettendo al candidato del “cambiavento” di conquistare la fiducia di un’ampia fetta di elettorato.
Oggi, a distanza di ben otto anni dalla prima volta e con una riconferma dovuta, a nostro modesto avviso, più ad una cattiva gestione della controparte che non ascrivibile a reali meriti amministrativi, possiamo serenamente constatare come la fiducia riposta in quella che sarebbe, ipso facto, diventata l’amministrazione Capalbo (sia I che II) sia stata in realtà tristemente ben poco avvalorata dagli eventi.
A testimonianza di ciò, potremmo riportare stralci di articoli che in questi anni sono comparsi su varie testate giornalistiche locali, ed i quali hanno affrontato tematiche rilevanti per il bene comune, dalla mancanza sempre più manifesta di servizi al crollo demografico, dalla viabilità che definire disastrata appare quantomeno eufemistico (e simboleggiata impeccabilmente dalla ormai storica frana, causa di qualche notte insonne, in contrada Ternità), fino al problema, diventato in alcuni momenti dell’ anno una vera e propria emergenza, del randagismo, dalla mancanza quasi scientifica di pubblica illuminazione (!) sia nelle realtà cittadine che periferiche, giungendo infine allo stato di completo abbandono in cui versano talune aree meno densamente popolate del territorio comunale.
Questo elenco, sicuramente incompleto e poco esauriente, impallidisce però di fronte a ciò che a tutti gli effetti già basterebbe ampiamente nel qualificare questa amministrazione come profondamente deludente e che, a conti fatti, sarebbe motivo necessario e sufficiente per giustificare, o forse si potrebbe dire auspicare, le dimissioni dell’intera attuale classe dirigente.
Ovviamente ci riferiamo alla perdurante, annosa e insoluta questione della carenza idrica, la quale ciclicamente si riaffaccia minacciosa specie durante l’avvento della bella stagione.
Nessuna iniziativa realmente efficace è stata messa in atto nel corso di tutto questo ampio lasso di tempo al fine di lenire l’arsura estiva, malgrado i suggerimenti ( mpiego di coloranti alimentari, ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, controlli più capillari al fine di identificare eventuali sprechi o utilizzi impropri) e le rassicurazioni ( potenziamento ed ingegnerizzazione della rete idrica comunale con tanto di finanziamento milionario e convenzione sottoscritta ma, ad oggi, progetto mai realizzato), cosicché anche le ultime speranze si sono infrante contro l’amara realtà: i cittadini di Acri stanno vivendo l’ennesima estate col contagocce, costretti a barcamenarsi tra turni non sempre rispettati, rotture frequenti di tubazioni e carenze pressoché quotidiane.
Volendo allargare lo sguardo verso orizzonti temporali più ampi, appare ragionevole ritenere che ben presto l’esperienza amministrativa a guida Capalbo giungerà al capolinea, e sinceramente, per il bene stesso della Città, ci auguriamo che questo possa accadere prima della scadenza naturale del mandato sancito dalla vittoria elettorale.
Lo stesso mandato che i cittadini avevano altresì conferito in virtù dei loro voti a quei Consiglieri eletti quale espressione della maggioranza e che adesso, chi per un motivo chi per un altro, non rappresentano adeguatamente la tangibile volontà del popolo.
I rimpasti, i rimaneggiamenti ed i frequenti turnover a cui sono stati sottoposti tanto la Giunta quanto il Consiglio, e contro cui sovente il Capalbo consigliere di opposizione del passato si era, giustamente, battuto, sono divenuti ormai prassi standardizzata anche nel corso delle più recenti consiliature, concorrendo al rimodellamento (fino quasi allo stravolgimento) dell’ assetto originario.
Una chiave di lettura abbastanza interessante, confermata tra l’altro dalle parole dello stesso Primo Cittadino, lascerebbe presupporre che dietro questi improvvisi addii di diversi elementi ci siano scelte private che sembrano tuttavia non del tutto slegate da quelle logiche di partito a cui quasi nessuno, spesso in modo incoerente rispetto alla presunta autonomia decisionale spesso sbandierata, pare essere riuscito a sfuggire in nome di un’ umanamente legittima quanto politicamente anacronistica ambizione personale.
Molto presto la compattezza e solidità della nuova maggioranza consiliare sarà messa a dura prova dalle nuove sfide programmatiche che attendono l’Amministrazione Comunale e dall’ avvicinarsi, sempre più imminente, delle prossime elezioni regionali ed in cui le varie strategie partitiche potrebbero giocare un ruolo decisivo nel rimescolare ulteriormente le carte.
Non resta dunque che attendere trepidanti l’evolversi delle dinamiche autunnali, consapevoli che questa volta non basteranno né le lacrime (di coccodrillo?) struggenti di qualche dipendente comunale, né la scarsa incisività manifestata da ampia parte dell’ opposizione ad arrestare l’ inesorabile declino dell’attuale classe dirigente, fonte di altre e ben più salate lacrime che stanno rigando da anni ormai il volto di molti nostri concittadini.

PUBBLICATO 04/08/2025  |  © Riproduzione Riservata

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