Ipse dixit: Acri è cambiata in tutto e in meglio!!!
Tanto tuonó che alla fine piovve.
È stato un autentico diluvio di parole e i cittadini ne avranno, finalmente, piacere perché pare che il sig. Sindaco non ami rispondere, sempre, alle loro istanze.
Qualcuna ha commentato “è un miracolo” e sarà vero perché lui ha tenuto anche a precisare, in incipit e anche nella chiosa finale del suo divino intervento, che non si ripeterà più:
lui, forse, non sa chi sono io ma lui, di certo, non è Paganini!!!
Me ne farò una ragione, cercherò altrove la “legittimazione esterna” ma prima devo capire esattamente cos’è, informarmi su chi è Masaniello, ricercare su Google map la piazza del Beato Angelo, insomma, ho tanti suoi preziosi consigli di cui prendere atto.
A lui me ne permetto uno soltanto ed è per gli acquisti, sarà colpa del mio ego smisurato, mea culpa, prometto che mi curerò: si legga il mio libro!
Lo hanno fatto in tanti che non mi conoscevano e hanno, invece, scoperto Acri perché c’è un capitolo tutto dedicato, qualcuno mi ha scritto che verrà a visitarla, è il mio umile contributo al turismo culturale e spiace, invece, che il suo primo cittadino non ne abbia avuto tempo per il piacere/dovere di lettura.
Convengo, però, che lui abbia tanti impegni, che gli hanno anche impedito di presenziare ai funerali di padre Fedele e, addirittura, di nominare un suo delegato ufficiale.
D’altra parte, la sua è una giunta “del fare”, anche se non usa mai darne merito, sarà mica che anche il sig. Sindaco ha un ego super munito, mal comune, mezzo gaudio?
Capisco anche che l’argomento “come eravamo” gli è atopico, lui è al passo con i tempi, preferisce la musica contemporanea, Nino d’Angelo, a me piace Gigi d’Alessio, de gustibus!
Bando alle chiacchiere, l’ho scritto tante volte, lo ripeto anche oggi.
Non tocca a me entrare nel merito, a me interessa soltanto che Acri sia governata al meglio e la critica politica ne deve essere sentinella attenta ma imparziale.
Io non ho preconcetti, non ho bandiere da piantare, non ho tessere di partito, io amo il mio paese come Carla, Marcello e tanti altri che stanno scrivendo di Acri al mio pari ed anche meglio.
Tutti noi manifestiamo il nostro comune senso d’appartenenza che una residenza “forestiera” non erode e chi non lo capisce, fa finta di non capire e la butta in caciara politica, disprezzandone il principio, anzi, rifiutandolo, di principio, peccato!
Ergo, sono i cittadini di Acri a dover prender atto e a rendere giusta critica della lista della spesa che l’illuminato adduce a ragione del suo pieno ed incontrovertibile convincimento e successo.
Adesso avete le prove, nero su bianco, siete voi a dover rispondere:
Acri è cambiata?
Chi ha ragione?
Non entro nel merito neanche dei riferimenti diversamente gentili, assai poco consone al rango istituzionale, con le quali il sig. Sindaco si è rivolto alla mia persona, io ne ho fatto ironia perché l’educazione delle parole, come il coraggio, se uno non ce l’ha, non se la può dare.
Confesso, però, che è stato stucchevole assistere all’ennesima rappresentazione dell’arroganza del potere.
È uno dei mali della politica, ne sta inquinando i nobili pozzi in Italia, in America, in Russia, ovunque, e Acri avrebbe potuto averne eccezione, accettando il confronto critico anziché bollarlo come “pretestuoso”, usando, invece, la solita delegittimazione delle fonti critiche e il tono da “lectio magistralis”.
Sono tutti segni dell’unzione divina o che la mamma del marchese del Grillo è un'altra volta incinta, io propendo per seconda, sono un medico, sarà deformazione professionale!
Ho apprezzato, invece, il suo richiamo alla “democrazia” quando rivendica, giustamente, la legittimazione a governare perché gli deriva dal consenso popolare, ne ha piena facoltà.
Io ho idea che si è veramente democratici quando si è anche coerenti nel difenderla sempre, tutti i giorni e non “pro domo sua” e vale anche per la coerenza il richiamo manzoniano, pro domo mio.
Qualcuno diceva che sarebbe stato disposto alla morte pur di non impedire ad altri di esercitare il proprio diritto a pensarla diversamente, ad Acri, però, pare che non abbia fatto scuola e proseliti e dico pare perché ne vorrei avere certezza.
Si sussurra che l’acqua di alcuni rubinetti cittadini non sgorga pura come dovrebbe ma non solo per ragioni ancora da indagare e che sono causa di attacchi d’ira, tema d’altra parte irrilevante nella replica del sig. Sindaco, ma perché inquinata da un batterio civico, si chiama “timore” o “remora” o “ritrosia” alla critica politica, che ha sconsigliato a più di un cittadino ad averne sete, meglio il silenzio e una bottiglia di Ferrarelle per mandare giù il rospo.
Ne avevo sentito la narrazione dopo la prima pubblicazione dei miei articoli su Acri In Rete.
Mi dicevano “chi te l’ho fa fare, c’hai solo da perdere e, comunque, tu abiti lontano, noi non possiamo, noi qui ci dobbiamo vivere!” Io sorridevo, non capivo dove si voleva andare a parare, mi sembrava tutto esagerato, chiacchiericcio di paese, io stavo solo esercitando il mio diritto/dovere di critica politica, perché avrei dovuto averne remora o, peggio, astenermene?
Poi, però, mi aveva scritto un mio caro amico, sulla cui onestà intellettuale non ho dubbi “adesso che metto like sul tuo post, finisco nella blacklist”, lo conservo ancora tra i miei messaggi.
Ho iniziato a scendere dal pero, a sorridere di meno, a dubitare: “c’è davvero qualcuno che mette il naso sui like altrui e perché, a che scopo, è solo curiosità o altro???”
Tra ieri e oggi, ho letto qualche commento e in alcuni si legge, effettivamente, un richiamo alla presenza di “cerchi magici”, altro male comune della politica nazionale, ma anche all’invito reiterato a non aver “pudore”, ad avere il “coraggio” del dissenso, a confutare senza remora il Vangelo sec. Pino I, fino a quando mi è arrivato un altro messaggio, che allego, scripta manent.
Ho sentito un tonfo, non ero io ad essere caduto malamente dall’albero, era la ragione civica.
Cosa significa questo messaggio?
Io non ho risposta, il diritto/dovere della critica politica è un tema assai delicato, non se ne deve tacere ma impone certamente una riflessione approfondita da parte di tutti e un appello serio a noi tutti, nessuno si deve sentire escluso.
La libertà di pensiero, principio fondante della nostra Carta Costituzionale, quando è minata anche solo dall’idea malsana della paura, della remora, del timore ad esprimerla, tanto da indurla spontaneamente al silenzio, fosse anche solo quella di una persona soltanto, è la Democrazia di TUTTI ad essere violentata e bisogna darne immediata denuncia civica perché il pozzo delle libertà non deve essere inquinato, mai:
Voltaire dixit!