Caro prof. Tridico,
da calabrese a calabrese, ma lei è pazzo?
Ad usar il pensiero del divo Andreotti, i pazzi liberi in circolazione, per definizione, erano due:
uno era quello che si credeva Napoleone e l’altro era quello che pensava di rimettere a posto i conti delle Ferrovie Italiane ma se fosse vivo, oggi, Giulio, ne aggiungerebbe un terzo, il più pazzo tra tutti, lei!!!
Prof, crede, davvero, di restituire legalità, moralità, giustizia, sanità, scuole, trasporti in Calabria, ergo, lei vuole, davvero, onorare la politica calabrese?
Io faccio il chirurgo a Là Spezia e le recenti regionali liguri hanno avuto, in premessa, lo stesso copione che si sta recitando per quelle prossime calabresi.
Toti, che fino al giorno primo dell’arresto, si sentiva un Padreterno, onnipotente (leggi, Occhiuto), si era dimesso, patteggiando la sua colpa ma candidando la sua appendice e gran parte del suo cerchio magico (rileggi, Occhiuto).
Giu da noi c’è stata una rivisitazione del copione, il protagonista si è, addirittura, riautocandidato, senza manco aspettare l’esito delle indagini, lui si farà giudicare dai calabresi, il popolo è sovrano, mica quei bolscevichi dei magistrati.
Belin, tornando a bomba, quanto si era scoperchiato in Liguria, doveva essere più che sufficiente per convincere anche i sordi, i muti e i ciechi a non confermare chi, da dietro le sbarre, aveva ammesso la politica del malaffare e, invece, è andata come sa.
Orlando, una brava persona (leggi, lei) non ha preso i voti manco nella sua città, La Spezia, perdendo contro ogni il più facile dei pronostici dei giusti, quelli che, poi, non sono andati a votare, stufati dai teatrini della politica del Tetris.
Toti sta ancora ridendo, anzi, anche lui, adesso, sta pensando di ricandidarsi e, prima o poi, lo rivedremo assurgere agli onori della politica, si sta già allevando con cura il vitello grasso.
Sempre ad usar il Divo, “a pensar male si fa peccato…” ma converrà che le analogie sono tante e anche la Calabria ha nel suo albero genealogico civico un peccato mai sanato, il clientelismo, lo stesso male al centro dell’inchiesta ligure ma decisamente più radicato a sistema, noi ne abbiamo fatto anche una questione, quella meridionale.
Occhiuto ha governato male ma rivendica risultati eccezionali con metodi, della cui legalità se ne occuperanno i giudici ma questi, per i suoi sostenitori, sono dettagli.
Io faccio il medico, la sanità calabrese, per esempio, è alla canna del gas, sono arrivati i cubani ad aiutarla, c’è poco da aggiungere, si commenta subito da sé e non servono altri dettagli ma attenzione a non ammalarsi.
Se fosse questo anche l’unico esempio, e non lo è, i calabresi dovrebbero eleggerla con voto plebiscitario ma io sono un peccatore, penso male, Occhiuto non è Sansone, non morirà (politicamente) e i Filistei non si sono mai suicidati.
Nella sua sponda è già iniziato anche il fuoco amico, c’è Calenda, Renzi, la sinistra è fratricida per statuto, nulla gioca a suo favore, dovrebbe verificarsi un miracolo per vincere ma, in Calabria, Cristo non era mai arrivato, si era fermato ad Eboli e anche da quelle parti non che avesse fatto chissà cosa.
Nulla da eccepire sulla sua persona, anzi.
Lei può esibire un CV esemplare, è anche laureato, ha titoli accademici, non ha fatto nessun esame di domenica, non deve dire “grazie” a nessuno, ha origini umili, ha sempre lavorato, non ha manco uno straccio di avviso di garanzia, è onesto ma, soprattutto, crede nell’onestà e nel merito del lavoro, insomma, lei ha tutte le carte in eccezione a quella che è la regola per avere il consenso in Calabria come in Liguria, come ovunque, è la “capacità” e lei non è capace di promettere la qualunque per accettarne il pizzo, il voto.
Caro prof., ci pensi bene, stia al suo posto, il parlamento europeo è un’oasi di pace, lo stipendio è buono, eviti di ritornare nel caos della Cittadella, non disturbi il conducente, l’itinerario è segnato, si viaggia per arrivare al nulla, ritornando, sempre, dopo ogni elezione, al punto di partenza, il nulla.
Oppure, oppure, faccia davvero il pazzo!!!
Rinunci all’areola del “giusto”, elettoralmente non paga, e cominci a mostrare i muscoli ai calabresi, rinnegando da subito le logiche delle segreterie di partito.
Sia lei a scegliere di portare con sé solo tutti altri pazzi, quelli che le sappiano dare del tu in ordine a CV, merito, trasparenza e onestà e non “i soliti noti”, a caccia di una poltrona di prestigio e io, purtroppo, ne vedo già troppi assaltare il suo carro.
Non abbia pietà, setacci paese per paese le istanze dei calabresi onesti e ascolti quanto si dice dei candidati dai paesani e non dalle veline del partito.
Cominci pure dal mio se vuole, Acri, ne sentirà delle belle, comanda il PD da otto anni, la frattura tra sindaco e paese è netta, non è un modello di buon governo da importare in regione ma sia lei a deciderlo, faccia lei qualche domanda, non si fidi delle narrazioni precompilate.
Non faccia prigionieri, non esiti a cancellare dalla sua lista gli impresentabili ma non deve essere solo la fedina penale a farle da stella cometa ma ogni sussurro di arroganza, ogni urlo di sfiducia, ogni accenno di autoreferenzialità, ogni impegno mai onorato.
È ora di finirla che chi ha dalla sua una minoranza di elettori si erga ad unto del Signore e pretenda di avere diritto di veto e, purtroppo, lungo la sua strada, ne troverà a iosa.
Anche in Calabria abbondano i santi, i navigatori, i poeti e i politicanti da quattro soldi pronti, però, a vendersi la mamma anche per molto meno e anche il suo movimento ne ha prodotti diversi, di Maio su tutti, lei ne sconta l’eredità malefica.
Kant diceva: “il pazzo è un sognatore sveglio!”
La Calabria è in letargo civico da troppo tempo, io, caro prof., ripongo la mia speranza di calabrese che ama la sua terra nella sua lucida follia, c’è rimasta solo quella a cui aggrapparsi, la ragione non è mai servita a svegliarcene dal sonno.
Da pazzo a pazzo, sinceramente, in bocca al lupo.