EDITORIALE Letto 2513

Pro Loco fantasma: quando l'associazione ''c'è ma non si vede''


Foto © Acri In Rete



C’è, ma nessuno la vede. Esiste, ma non si manifesta. Parliamo della Pro Loco di Acri, quella che un tempo doveva essere il motore della promozione culturale e turistica della città, e che oggi somiglia più a un ricordo sbiadito che a un’associazione viva. Chiunque viva ad Acri lo sa: da anni la Pro Loco di Acri, del presidente Carlo Stumpo, organizza eventi col contagocce. Nessuna sagra, nessuna rassegna, nessuna manifestazione capace di animare la vita cittadina o valorizzare il territorio.
Un silenzio inspiegabile per un’associazione che, per statuto, dovrebbe essere la prima a promuovere la cultura locale e a sostenere l’identità del paese.
Oggi, invece, la Pro Loco di Acri sembra essere diventata la “Pro Loco del silenzio”: una presenza solo formale, che non lascia tracce sul territorio. Eppure, mentre in piazza non si vede più nulla, dietro le scrivanie qualcosa si muove.
Secondo quanto emerge dai registri pubblici del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, la Pro Loco di Acri ha partecipato ai bandi del Servizio Civile negli ultimi due anni, risultando assegnataria di posti per dieci volontari complessivi — cinque per il progetto 2023 e altri cinque per quello 2024. I progetti approvati rientravano nella rete nazionale delle Pro Loco e prevedevano attività di promozione culturale, tutela del patrimonio e valorizzazione del territorio.
Tutto molto bello sulla carta.
Peccato che nella realtà quotidiana di Acri — quella fatta di piazze vuote e tradizioni dimenticate — di queste attività non si sia vista traccia.
Pro Loco di Acri – Partecipazione ai bandi del Servizio Civile Universale
Anno 2023: 5 volontari finanziati – progetto “Patrimonio in Comune
Anno 2024: 5 volontari finanziati – progetto “Turismo e Tradizione
Ente di riferimento: UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia)
Durata progetti: 12 mesi ciascuno
Obiettivi dichiarati: promozione culturale, supporto eventi, valorizzazione turistica del territorio.
Dieci ragazzi, due anni di lavoro teorico, e un risultato pratico che — per i cittadini — resta un grande punto interrogativo. In tutto questo, ci si chiede dove siano finite la trasparenza e la responsabilità istituzionale.
Il Comune di Acri, con in prima linea l’assessore al cibo e alle tradizioni, Arena, e l’assessore al turismo, Maiorano, non può ignorare la lunga inattività della Pro Loco di Acri.
Le due deleghe, centrali per la promozione del territorio, dovrebbero essere le prime a chiedere conto dell’assenza di iniziative e a pretendere che l’associazione torni a essere parte attiva della vita cittadina.
Allo stesso modo, la Pro Loco regionale e l’UNPLI Calabria dovrebbero vigilare sull’effettiva realizzazione dei progetti finanziati, assicurando che i fondi pubblici non si trasformino in meri stipendi mascherati. Perché la verità è semplice: se i soldi pubblici vengono spesi, la cittadinanza ha diritto di vedere i risultati.
La Pro Loco dovrebbe essere il simbolo di vitalità, di comunità, di amore per il territorio. Ad Acri, invece, è diventata un mistero amministrativo e organizzativo.
In una città che ha tanto da offrire — storia, arte, paesaggi e gastronomia — è paradossale che manchi proprio l’associazione nata per valorizzarla.
Finché la situazione resterà questa, non si potrà parlare di promozione, ma solo di “Pro Loco invisibile”.
E se mai dovessero tornare a organizzare qualcosa, forse il titolo giusto sarebbe: “La Sagra dell’Invisibilità” — almeno, per una volta, sarebbe un evento coerente con la realtà. In un momento in cui ogni paese della Calabria cerca di riscoprire la propria identità, Acri non può permettersi una Pro Loco di Acri dormiente.
L’assenza di programmazione culturale non è solo una questione di eventi mancati, ma di comunità smarrita.
Gli assessori Arena e Maiorano, insieme all’amministrazione comunale, hanno il dovere politico e morale di riattivare un dialogo con le realtà associative locali e di garantire che i fondi pubblici, specie quelli legati al Servizio Civile, producano risultati tangibili.
La cultura non è un atto burocratico né una voce di bilancio: è partecipazione, entusiasmo e presenza sul territorio.
E se la Pro Loco di Acri vuole davvero rinascere, il primo passo è semplice: ricominciare a farsi vedere magari passando la mano perchè fino ad ora è stato un completo fallimento.

PUBBLICATO 09/11/2025  |  © Riproduzione Riservata




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