Una risposta da Acri
Il giorno 19 aprile scorso si è svolta una riunione presso il comune di Acri organizzata dal Sindaco Tenuta, alla quale sono stati invitati operatori sanitari, sindacati, associazioni e forze politiche. Abbiamo lasciato da parte, per il momento, il dilettantismo e l’opportunismo di certa classe politica nella gestione della questione Sanità in Calabria, la presa per i fondelli del duo abusivo Scura – Urbani, ed il ritardo di oltre un ora per iniziare la riunione, presentando una proposta per il superamento della fase commissariale calabrese e per il miglioramento dei servizi ospedalieri ad Acri. Abbiamo chiesto alla giunta comunale di Acri, di voler procedere con l’impugnazione del Decreto n. 30 davanti al TAR Calabria, per diversi motivi formali e sostanziali. Ricorso che ricordiamo, va presentato entro il 2 maggio prossimo.
Innanzitutto, per la mancata firma da parte del direttore generale del dipartimento regionale per la tutela della salute sul decreto, ennesimo abuso dei commissari Scura e Urbani che vogliono scavalcare prerogative amministrative della Regione. Per la modifica ad una settimana dello stesso decreto ripubblicato con evidenti aggiunte di strutture semplici, e con la comparsa di un nuovo allegato non presente nella prima pubblicazione, segno che lo stesso è stato modificato a seguito delle proteste e segnalazioni di operatori sanitari e parlamentari. Inoltre, la stesura del famigerato decreto risulta frutto di dati epidemiologici vecchi di 4 anni, e che non tengono conto dell'impatto sulla popolazione dei tagli ai servizi in vaste aree della Calabria, soprattutto per le aree disagiate come Acri. Infatti, per il P.O. “Beato Angelo” di Acri, non vengono rispettati i LEA ed il protocollo dell’Emergenza-Urgenza. Abbiamo chiesto, inoltre, che venga inviata una richiesta formale al presidente Oliverio di porre termine della gestione commissariale, rientrando nel pieno controllo del Dipartimento di tutela della salute della Regione Calabria, con la presentazione di un nuovo piano di rientro (piano operativo), ai sensi dell’art. della L. 191/2009. Abbiamo anche sollecitato il consiglio comunale di Acri ad emanare una delibera con la quale si chiede al governo regionale, di iniziare una procedura per l’erogazione dei contributi sanitari spettanti e non erogati alla nostra regione, dal fondo sanitario nazionale, stimati per difetto in oltre 1 miliardo e 700 milioni di euro. Ciò in conseguenza dell’elevata morbilità e comorbilità dei casi occorsi in Calabria rispetto al totale nazionale, come ulteriormente riconosciuto anche dal DCA103/2015. Si è data inoltre la piena disponibilità del deputato M5S Dalila Nesci e delle sue strutture, per tutte le iniziative, politiche e legali, volte a tutelare il P.O. “Beato Angelo” di Acri e la Salute dei cittadini. Il tempo stringe, anzi praticamente è scaduto, nell’indifferenza delle istituzioni. Il giorno stesso della riunione in comune, il consiglio dei ministri, come c’era da aspettarselo, ha approvato il piano dei commissari Scura e Urbani. I decreti attuativi del commissario dell’ASP di Cosenza, Mauro, sono già arrivati in direzione sanitaria, per cui il tempo delle chiacchiere è finito! |
PUBBLICATO 26/04/2016 | © Riproduzione Riservata

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