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Dolore per la morte di Tonino Cambric.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Acri ieri si è fermata, per un paio d'ore, per rendere l'estremo saluto ad uno dei suoi cittadini più popolari.
Ieri pomeriggio infatti una autentica fiumana di gente ha partecipato alle esequie, celebrate nella chiesa di San Domenico, di Tonino Servidio, per tutti "Cambric". Questo omone, con una stazza fisica direttamente proporzionale alla sua bonomia, era una delle leggende popolari di Acri.
Se n'è andato, per arresto cardiocircolatorio, a soli cinquant'anni. "Cambric" era un macellaio. Gestiva, con i suoi due fratelli, una macelleria in pieno centro, in via Antonio Gramsci. Per anni la sua figura è stata elemento integrante del panorama di Jungi. Pur essendo un ottimo macellaio, "Cambric" non doveva la sua popolarità alle doti professionali. Egli aveva conquistato l'affetto e la stima degli acresi grazie alle sue doti umane.
Un problema ad una gamba di recente lo aveva debilitato: un brutto colpo per chi è "allergico" a dottori e medicine. Si era procurato uno sgabello ed un bastone. Stava seduto davanti alla macelleria, salutava tutti e tutti lo salutavano.
Chiamava gli amici, davvero tanti, con l'affettuoso appellativo di "pupo".
Ieri, quella che fino a martedì alle ore tredici era casa sua, situata sopra la macelleria, è stata meta di un'autentica processione di gente. Qui vi è anche una foto di "Cambric", risalente a qualche decennio fa. Guardandola resta un mistero come quel ragazzo, allora poco più che ventenne, dal fisico longilineo, abbia potuto mettere chili su chili in così poco tempo. Martedì purtroppo il suo fisico non lo ha aiutato.
L'arrivo a sirene spiegate dell'ambulanza e l'affaccendarsi del personale medico del 118 avevano chiaramente fatto percepire la gravità del malore che "Cambric" aveva accusato. Quando se ne vanno personaggi di questo carisma fatalmente si modificano i costumi di un intero quartiere. Ieri su Jungi sembrava essere calata una pesante cappa di piombo. Quest'atmosfera probabilmente durerà per qualche giorno. Dopo, quella zona non sarà più la stessa: mancherà quell'uomo con bastone, sgabello e baffi. Con lui va via un pezzo di Acri.
Ciao "pupo".

PUBBLICATO 21/10/2004

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