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Pacifismo Pseudo-pacifismo o Imperialismo.

Damiano Pisarra
Foto © Acri In Rete
La conclusione del precedente intervento era stata alquanto provocatoria, poiché, citando la celeberrima poesia di Brecht, volevo si comprendesse la chiara allusione all'inestinto imperialismo.
Il tragediografo tedesco sottolineava a chiare lettere con la frase "Il popolo nostro ha bisogno di spazio", il folle concetto dello "spazio vitale", tanto desiderato da Hitler per la razza ariana, concetto che muoveva l'intera politica di espansione della Germania e celava un desiderio di arricchimento.
Sono passati circa sessant'anni dalle vicende belliche in questione, però Giambattista Vico nel lontano settecento parlava di corsi e ricorsi storici; e ahimè dobbiamo renderci conto oggettivamente dello stato di precarietà in cui ci troviamo.
Gorge Bush jr. non mi sembra tanto diverso dall'uomo Hitler , e allo stesso modo gli USA sono circondati da stati vassalli. Prima di rivolgere accuse di "sentimentalismi politici" ci si dovrebbe guardare attorno e seguire qualche insegnamento impartitoci dal nostro credo religioso "Non guardare la pagliuzza nell'occhio dell'altro ..", infatti dalla mia persona non è stato giustificato il fenomeno terrorismo ma quello di guerriglia, se vogliamo soprattutto in Iraq perché paese invaso.
Ernesto Guevara non rappresenta la Pace, ma la libertà, la rivolta contro la negazione dei diritti dell'uomo, una libertà negata in Iraq prima dal regime di Saddam e un diritto alla vita negato poi dalle compagini belliche che hanno invaso il paese, bombardando abitazioni e uccidendo innocenti.
Si considera terrorismo solo il taglio di teste di innocenti ostaggi, autobus stracolmi che saltano in aria, palazzi che crollano e quant'altro; ma cosa dire dell'esistenza di un terrorismo legale sotto l'egida di una bandiera a stelle e strisce " Nel millenovecentonovantanove a pochi giorni dal processo per il sex-gate Bill Clinton machiavellicamente bombardò l'Iraq, forse per ingraziarsi l'opinione pubblica"..
Alla fine della Guerra del Golfo, Saddam, ormai in mano a Gorge Bush sr., venne lasciato al proprio posto per bilanciare gli equilibri mediorientali, al proprio posto e con le proprie ricchezze, e sempre, in nome della giustizia, venne impartito un embargo che colpì solo la popolazione. Tra la fine del duemiladue e l'inizio del duemilatre, il paese esportatore di democrazia decise che se non fossero state consegnate presunte armi di distruzione di massa sarebbe stato attaccato l'Iraq. Queste armi, mai ritrovate (presenti copiosamente in Israele, ma cerchiamo di ricordare i volti dei pilastri di Wall-Street), sono state il pretesto per l'attuazione di un terrorismo legale, perché penso siamo concordi nell'affermare che si tratta di terrorismo quando vengono coinvolti innocenti.
Dietro a tutto ciò c'è la consapevolezza che l'Iraq è il secondo paese al mondo per la produzione di petrolio. Concludendo, mi spiace sentir parlare di pace un esponente di un partito guerrafondaio, di un partito all'interno di una coalizione guidata da un vassallo assertore convinto della politica degli Stati Uniti, che ha autorizzato una "Missione di Pace", missione di pace in un paese in guerra condotta con un presidio bellico. Ma a noi occidentali cosa importa?
Muoiono solo individui appartenenti "ad una cultura inferiore".

PUBBLICATO 26/10/2004

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