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Gli interventi necessari per la ex 660.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
I segni, sempre più evidenti e sempre più preoccupanti, della frana sulla Ss 660 hanno riacceso il dibattito sugli interventi da attuare circa il dissesto idrogeologico del territorio comunale.
Si continua a parlare di una nuova arteria, ma non si dice che cosa si intende fare per mettere mano allo smottamento in maniera incisiva.
Ieri, a tal riguardo, con una nota è intervenuto il candidato sindaco del centrosinistra, Elio Coschignano.
"Quello del dissesto idrogeologico ­ scrive Coschignano - nel territorio di Acri è problema annoso e certamente di non facile soluzione. Questo fenomeno, purtroppo diffuso, si osserva particolarmente nel bacino del Calamo, a valle del centro urbano, nel quale l'erosione del torrente, i movimenti franosi profondi del versante di Padia e di quello di Serra di Buda, i movimenti franosi superficiali, rendono l'intera area fortemente dissestata e mettono a rischio sia l'abitato di Padia che la SS 660.
Su questo complesso è necessario intervenire per fermare prima e sanare poi il fenomeno di dissesto.
L'intervento effettuato sulla parte alta della pendice ovest di Padia, pur criticabile per una serie di motivi, è stato un passo certamente utile; bisogna però avere una visione più completa ed organica del problema ed affrontarlo all'origine partendo dalla base delle pendici e cioè dal letto del torrente Calamo.
E' mia intenzione ­ spiega Coschignano - impostare un programma organico di interventi, in parte di competenza comunale, in maggior parte di competenza regionale, che aggrediscano il problema e che nel loro insieme portino nel breve e medio termine alla soluzione dello stesso. Le direttrici nelle quali operare saranno diverse, ma tutte tese allo stesso fine: in tempi brevi messa in sicurezza delle infrastrutture e garanzia di fruibilità dei servizi (viabilità per Cosenza e Serra San Cataldo), in tempi medi stabilizzazione definitiva delle pendici; tali obiettivi si intendono raggiungere con una serie di iniziative. Innanzitutto una richiesta forte e pressante all'Afor, ente gestore di gran parte dei terreni in frana, perché intervenga subito con opere di difesa idrogeologica su tali terreni (regimentazione delle acque, ripristino della copertura arborea, difesa dagli incendi, ripristino delle opere di salvaguardia superficiali). C'è poi la necessità di un intervento con mezzi propri, anche utilizzando i lavoratori idraulico-forestali comunali, per regimentare le acque lungo le strade pubbliche che intersecano i tratti in frana. Quindi bisogna realizzare la strada Acri-Serra di Buda-Chianette-SS 660, che sia una bretella idonea ad aggirare il tratto in frana della SS 660 e rappresenti una accettabile alternativa, per il traffico automobilistico, alla stessa 660 in caso di sua non transitabilità, (in attesa ovviamente della nuova strada statale)".
"Occorre poi fare richiesta alla Regione Calabria ed al Genio Civile di Cosenza - continua Coschignano - di interventi lungo il letto del Calamo, con il ripristino delle briglie distrutte dallo stesso nel corso degli ultimi decenni, la realizzazione di nuove opere ed un'organica opera di ingegneria naturalistica che aggredisca, consolidandoli, i fronti di frana che salgono dal letto del Calamo verso Serra di Buda e Serra San Cataldo, in applicazione del progetto Guerricchio sul risanamento idrogeologico dei due versanti del torrente.
Bisogna infine intervenire sul versante ovest di Padia, per rinaturalizzare la pendice sfigurata dalle opere in cemento realizzate per il suo consolidamento. Questi sono gli interventi che mi impegno a perseguire e realizzare nei cinque anni della sua amministrazione; interventi che l'amministrazione uscente di centrodestra, pur avendo avuto cinque anni a disposizione e l'appoggio dei governi regionale e nazionale non ha saputo o voluto neanche tentare".

PUBBLICATO 5/3/2005

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