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L'informazione sul web.

Domenico Gallipoli
Foto © Acri In Rete
Premesso che non è mia intenzione alimentare inutili polemiche bensì esprimere alcune considerazioni di ordine pratico, vorrei innanzitutto ben comprendere il significato preciso di alcune affermazioni espresse dal Sindaco Elio Coschignano, apparse nel suo sito in riferimento al mancato aggiornamento del sito ufficiale del Comune di Acri, e di seguito riportate: "è intento dell'Amministrazione ripristinarlo quanto prima. Bisogna sapere, però, che se è facile distruggere è più difficile richiamare in vita quanto soppresso" - "il sito del comune non è stato ancora aggiornato in quanto l'ufficio stampa non si è ancora ufficialmente insediato" - "Non ci sembra che l'avere un sito personale costituisca reato".
Io credo che se consideriamo che il dominio e le password di accesso del sito del Comune di Acri sono già di proprietà dell'Amministrazione, sarebbe stato più opportuno, tecnicamente più semplice, politicamente più corretto, e meno oneroso (in termini di dispendio di risorse umane) aggiornare quello già esistente.
Fin dal principio la nuova Amministrazione, manifestando una certa innovazione, ha scelto di utilizzare il web come uno dei principali canali d'informazione, preferendolo per le proprie intrinseche caratteristiche di diffusione e soprattutto d'interattività ed immediatezza d'utilizzo. Ma internet proprio per queste peculiarità è anche il principale media preferito dalla fascia più giovane della popolazione che, al contrario del credere comune, è a mio avviso la più attenta, idealista, partecipe, e anche la meno disincantata e disillusa.
"Navigare in Internet" non è come leggere un giornale; il confronto è immediato, il dibattito avviene in tempo reale, gli animi si scaldano ed è per questo che è molto difficile "salvarsi in calcio d'angolo".
Avere un sito personale non è certo un reato ma deputare lo stesso alla funzione d'informazione e partecipazione delle attività amministrative comunali è illogico e paradossale. Mi spiego meglio: in pratica è come se tutte le attività e le decisioni del Governo Nazionale venissero ufficializzate nel sito personale di Berlusconi. Non ha senso.
E' per questo che torno a ribadire la priorità della destinazione della funzione della Casa Comune ricollocandola nella propria sede naturale. Del resto, proprio nella lettera di presentazione ufficiale del sito in questione, Massimo Conocchia afferma: "non si può pretendere che i siti già esistenti su Acri e per Acri facciano da "bacheca" per l'Amministrazione Comunale" palesando in maniera paradossale l'inopportunità della creazione del nuovo sito.
"La storia siamo noi" è un nome troppo impegnativo per un sito "a conduzione familiare" dove la destra (intesa come mano) non sa quello che fa la sinistra, e proprio per questo può prestarsi ad una cattiva interpretazione. Affermare che "la storia siamo noi" non è corretto se poi in quel noi non ci sono anche gli altri, e di quegli altri non si è disposti ad accettarne le critiche (Vedi i vari forum e articoli di acrinrete.info).
Per affermare di "aver riportato la democrazia ad Acri" bisogna essere certi di essere partiti con il piede giusto, altrimenti si rischia di sconfinare in quell'arroganza di potere che non dovrebbe essere propria degli schieramenti di Centro-Sinistra.
La questione del sito può sembrare una bazzecola, ma prestiamo attenzione perché non dobbiamo dimenticare che in Italia c'è chi ha basato la propria affermazione politica sul dominio dei mezzi d'informazione e noi questo non lo vogliamo.

PUBBLICATO 30/5/2005

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