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Migliaia di giovani in corteo a Locri.

LaRepubblica.it
Foto © Acri In Rete
Ci sono fiori gialli in tutto il corteo. "I nostri fiori contro la violenza della mafia". E un fiume di gente (quindicimila secondo la prefettura), soprattutto tanti ragazzi, ha invaso Locri per la "marcia della legalità" (o "marcia della speranza", come tanti ormai iniziano a chiamarla). L'appuntamento, proposto dal sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino e da quello di Cosenza Eva Catizzone, e rilanciato sul blog dei ragazzi di Locri, ospitato da Repubblica Scuola&Giovani, è nato come un'iniziativa simbolica per manifestare il dissenso nei confronti delle piccole e grandi mafie che affliggono la Calabria (ma anche le altre regioni italiane) e ha visto, giorno dopo giorno, i suoi obiettivi ampliarsi. La stessa Iervolino si è detta sorpresa del numero di consensi e ha aggiunto: "Questa iniziativa è ricchezza che cresce, la gente di Locri non immaginava e non si aspettava tanta solidarietà". Una marcia spontanea, senza colore, senza bandiere di partito.

Le presenze. Agli ottocento studenti inizialmente previsti da Napoli e Caserta (sono stati organizzati oltre 20 pullman) e ai quattrocento arrivati da Bari si sono aggiunti anche tantissimi ragazzi arrivati da altre parti d'Italia: Trenitalia ha infatti organizzato un treno speciale, partito ieri sera alle 23.30 da Bologna, che, durante la notte, ha toccato anche Firenze, Roma, Napoli, Lamezia, Catanzaro. Tutta la città è dipinta di giallo: ai ragazzi in corteo sono state infatti distribuite cinquemila gerbere, fiore simbolo dell lotta alla mafia. In moltissimi, inoltre, stanno indossando la maglietta bianca con la scritta "E adesso ammazzateci tutti". Secondo la Questura alla manifestazione starebbero partecipando almeno quindicimila persone. Centinaia, inoltre, i messaggi di solidarietà di associazioni, intere scuole o semplici cittadini arrivati da ogni parte d'Italia sul blog dei ragazzi di Locri.
La rabbia. Tra le migliaia di giovani presenti, tanti striscioni, slogan, tanta speranza ("Non siamo soli, basta mafia", ripetono) ma anche tanta rabbia. "La Calabria si ribella", "Di 'ndrangheta si muore, lottiamo per vivere", "La vera omertà è nei palazzi del potere" (con il simbolo "$" nella "O" di potere), "La mafia uccide, il silenzio pure", e ancora "La mafia è una montagna di merda" e "Calabria e Campania unite nella lotta" sono solo alcuni degli striscioni esposti dagli studenti. "Uno dei più commoventi - ci ha detto Ruggero, studente della provincia di Reggio Calabria, cappuccio e maglietta nera con la scritta "Orgoglio calabrese" - ce n'è uno molto lungo in cui compaiono i nomi di tutte le vittime della 'ndrangheta seguiti dalla scritta '...e lo stato dov'è?'".
Tanti anche gli slogan, tra cui "Merda mafioso usa la testa, ci hai rotto il c... e mo' ti becchi 'sta protesta" come anche "La mafia e una montagna di merda: l'assuefazione al reato e al degrado ci ha condannato. Ora chiediamo il conto allo Stato". Parole forti, che testimoniano la rabbia di chi ormai è al limite di sopportazione nei confronti della mafia.

I commenti della piazza. Tra i tanti cittadini c'è chi pensa che ci vorrebbe una settimana di queste manifestazioni per cambiare qualcosa, chi ricorda che Locri non ha mai visto, nella sua storia, un così grande assembramento di protesta contro la delinquenza, molti che ricordano come sia molto difficile per i cittadini denunciare l'illegalità. Tra questi il sindaco di Locri Carmine Barbaro: "Se il territorio non è sicuro - ha ripetuto - non possiamo chiedere alle persone inermi di contribuire alla lotta alla 'ndrangheta. La gente collaborerà solo se avrà garanzie di sicurezza". Con lui anche tante mamme, tra cui una che ricorda che bisogna estirpare la mentalità mafiosa, che "i bambini respirano fin da piccoli". In piazza anche il sindaco di Bari Emiliano: "Non si poteva non esserci", ha detto. A sfilare anche moltissime associazioni, tra cui quella siciliana di Peppino Impastato, poi un'associazione di artisti internazionali che risiede in Aspromonte, e ancora gli scout insieme a padre Francesco dei frati minori di Siderno, che ha detto che a Locri oggi si respira un'aria di risveglio, "una pianta che va coltivata".

La vedova Fortugno. La vedova di Francesco Fortugno ha voluto mandare un saluto ai ragazzi; "Dobbiamo essere forti, io lo sono stata perché mio marito avrebbe voluto così. Questi ragazzi sono la meglio gioventù, ora dobbiamo fare di tutto perché non rimangano soli. Mio marito ha dato la vita - ha affermato -, ora è il momento giusto per cambiare la Calabria". Poi l'incontro con i sindaci Iervolino e Catizzone, che sono andate a salutare la vedova che li aspettava, in lacrime, sull'uscio di casa. Un momento molto commovente, in cui ci sono stati abbracci e scambio di ringraziamenti.

La marcia. La manifestazione, partita da piazza del Lungomare, si è snodata per le vie cittadine ed è passata in tre luoghi simbolo della città: palazzo Nieddu (dove è stato ucciso, il 16 ottobre, il vicepresidente della Calabria Francesco Fortugno), il palazzo del Comune (appena ristrutturato, che rappresenta lo slancio di Locri verso il futuro) e il tribunale. La conclusione è prevista per il primo pomeriggio in Piazza dei Martiri, dove prenderanno la parola gli studenti di Cosenza, Locri e Napoli insieme ai sindaci delle tre città. Chiuderà la manifestazione il presidente della Regione Calabria, Loiero.


PUBBLICATO 4/11/2005

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