Opinione Letto 1349  |    Stampa articolo

Resitiamo: mancano solo 20 giorni!

Eugenio Scola
Foto © Acri In Rete
Ci troviamo in un momento particolare e questo intervento vuole essere un contributo per far sentire la mobilitazione che tantissimi giovani stanno facendo in queste settimane cruciali per il futuro del nostro paese e della nostra Italia.
Siamo di fronte ad una delle campagne elettorali più importanti degli ultimi decenni, anche se forse sarebbe stato meglio non arrivare a questo punto, dove lo scontro delle idee e stato scavalcato e coperto dallo scontro fra le persone.
L'importanza della posta in palio si nota dalle dall'aggressività e dal grado di civiltà che sta dominando la scena politica italiana.
Secondo la mia opinione questo fattore di imbarbarimento della politica italiana è dovuto sicuramente all'entrata in politica di Silvio Berlusconi e alla personalizzazione che ne ha dato della stessa.
Il Presidente del Consiglio costruendo un partito e una parte politica incentrata sulla sua figura di padre-padrone, è stato il maggior teorizzatore negli ultimi 15 anni della divisione in politica tra bene e male (solo Bush junior nella guerra al terrorismo è riuscito a imitarlo, facendo rivivere spettri del passato con la peggior politica estera del dopoguerra, e purtroppo sappiamo come sta andando sul piano internazionale).
La creazione tredici anni fa di UN'ALTRA AZIENDA ovvero del "partito azienda" è stato destabilizzante per tutto il panorama politico italiano, se vediamo le persone che ora ci rappresentano in parlamento e che si sono candidate.
Qui però inizia la demarcazione netta fra chi in politica è entrato per fare i suoi interessi e gli interessi del proprio padrone e chi si è sempre battuto per conquistare maggiore diritti e dignità per tutti.
Nei paesi Occidentali di cui tante volte ci vantiamo di far parte , quando ci sono le elezioni si sceglie tra due idee politiche una conservatrice e una socialdemocratica, ma qualunque politica di governo si affermi possiamo stare sicuri che le istituzioni democratiche non vengano sbriciolate o infangate dal potere esecutivo.
In Italia negli ultimi 5 anni abbiamo assistito a ciò, e questo a portato a far vacillare ciò che i nostri padri e nonni avevano costruito con tante battaglie pagate anche con il sangue.
Forse la colpa maggiore è quella di avere stravolto la Costituzione, e qui sarei curioso di chiedere al mio concittadino illustre il Sen. Gino Trematerra, in che modo si espresso nelle votazioni sulla riforma federalista dello stato.
Un indicazione inoltre a chi si occupa delle infelici candidature che magari il centrosinistra ha fatto dicendo: "Occorre rilevare che soprattutto ai giovani, qui in Calabria, la politica, in primis, deve fornire "buoni esempi" e "modelli positivi", ciò è tanto più necessario ed indispensabile in una terra come la nostra che (e lo sappiamo tutti) è connotata da una forte presenza della criminalità mafiosa - che ne incancrenisce dal profondo il tessuto culturale,sociale ed economico - pertanto più intenso e rigoroso deve (e dovrà) essere l'impegno e l'azione delle forze politiche verso le giovani generazioni per educarle alla legalità e al rispetto delle istituzioni politiche e sociali del paese", io credo che sicuramente ci sia più da preoccuparsi degli esempi fornitici da alcuni esponenti di primo piano della politica calabrese.
Mi riferisco al segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa, che è indagato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che ipotizza a suo carico le accuse di associazione a delinquere e truffa.
Ed ancora alle inchieste che da maggio vedono coinvolti l\'ex presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti e l'ex assessore regionale all'ambiente Domenico Basile, sugli illeciti nell'erogazione dei finanziamenti nel settore della depurazione delle acque in Calabria.
La giustizia farà il suo corso e accerterà le eventuali responsabilità , ma sicuramente già si può dire che abbiamo avuto una classe dirigente davvero miope, che ha contribuito ha ridurre in cattive condizioni il nostro bellissimo mare , facendo affondare il turismo, unica nostra grande risorsa economica.
Il vento del cambiamento spero che spazzi tutte le brutture e mostruosità che le politiche berlusconiane hanno creato.
Gli elementi per essere ottimista e per vedere un futuro migliore non mancano, il fatto di scegliere il candidato premier tramite le primarie, ovvero tramite una grande partecipazione popolare di più 4 milioni di elettori, e l'esperienza maturata di "programma partecipato" fanno sperare per un nuovo rapporto cittadinanza e istituzioni politiche.
Noi sappiamo che nel Mezzogiorno ci sono competenze che spesso sono costrette ad andarsene; bisogna impegnarsi per evitarlo ed evitare il senso di abbandono che opprime tante capacità, per questo mi rivolgo alla classe dirigente che sta per essere eletta, perché spero metta in atto una rete sinergica tra tutte le realtà presenti sui territori: professionalità, associazioni, politici, cittadine e cittadini.
Credo di non essere il solo con questa speranza perché il vento del cambiamento, si è messo già in moto a Locri, con quei miei coetanei che non ci stanno più con il fatto di dover essere sempre schiavi di qualcuno anche nella richiesta dei propri diritti, non ci stanno più a vedere uno sviluppo distorto, la mancanza di libertà, la negazione di qualunque speranza: chi vive i problemi in prima persona, può dare la chiave di interpretazione per una giusta risposta. Credo che noi giovani lo sappiamo, lo capiamo e non vogliamo più andare via per trovare la normalità che deriva da questi diritti, spero che un giorno la Calabria che ha maturato esperienza e competenze in giro per il mondo possa rientrare e dare il suo contributo per far decollare questa terra così martoriata, ma anche tanto amata.
Infine un appello a tutti, indipendentemente dal colore politico, nelle scorse settimane ho avuto modo di parlare con una grande donna, la candidata presidente siciliana Rita Borsellino.
In quel incontro sono rimasto particolarmente colpito da una frase che diceva sempre il fratello Paolo, quando Lei gli chiedeva perché questa terra (la Sicilia) si esprimesse così, in maniera tanto estrema; Paolo Borsellino rispondeva che bisognava capire il perché delle cose e bisognava cercare il perché delle situazioni e rivolto ai giovani diceva che: " il vero amore consiste nell'amare ciò che non piace per poterlo cambiare".

PUBBLICATO 17/3/2006

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